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LA POLITICA

Pd, dai signori delle tessere al congresso. Fratture e rancori all’assemblea dei dem

Fissata la finestra per il rinnovo delle segreterie provinciali: si va dal primo dicembre al 27 aprile

Assemblea regionale del Pd

Assemblea regionale del Pd

Parte da una riflessione sui “signori delle tessere” e si allarga fino alla possibilità di andare subito a congresso in tutte le segreterie provinciali del Piemonte. Il dibattito dell’assemblea regionale del Partito democratico, che si è riunita sabato mattina in Strada del Fortino a Torino, ha messo in luce fratture e punti di divergenza tra i componenti delle diverse correnti sul futuro del partito.

La guerra delle tessere
A vivacizzare il dibattito ci ha pensato fin dalle prime battute Giancarlo Quagliotti, lunga militanza nel Pci della Prima Repubblica e oggi in veste di vice presidente regionale dell’assemblea. «Abbiamo fatto la guerra ai signori delle tessere, per passare ai signorini senza tessere» commenta caustico, prendendo la parola dal palco e sottolineando una disaffezione verso il progetto dem. «Non credo che i pacchetti di tessere e l’atteggiamento di chi ti chiede sostanzialmente a chi sei fedele siano una soluzione al problema» replica dal canto suo l’onorevole Anna Rossomando (area Schlein). «Quella non è l’unica, ma è sicuramente una delle principali cause di allontanamento delle persone». Sulla stessa linea (e della stessa corrente) è intervenuto anche l’ex segretario del Pd, oggi in segreteria nazionale Paolo Furia. «Anche grazie ai signori delle tessere si è balcanizzato il partito» ricorda e, in merito agli screzi locali fa sapere che non intende passare da una mozione di sfiducia per arrivare a un nuovo congresso a Torino.

Congresso anche a Torino?
Da più fronti ora si fa largo la proposta di una «conferenza programmatica». A parlarne è anche l’ex candidata dei dem alle regionali Gianna Pentenero (area Schlein). «Può essere utile a ridefinire gli obiettivi della segreteria provinciale» abbozza. «Serve a rivitalizzare il partito» chiosa Nadia Conticelli. E anche l’onorevole Andrea Giorgis (come sopra) appare cauto: «Non facciamo sì che sia un momento di pura conta. Partiamo con una conferenza di organizzazione, che si valuta anche a livello nazionale».

In ogni caso, l’assemblea ha fissato la finestra temporale (da domenica 1 dicembre 2024 a domenica 27 aprile 2025) per rinnovare le segreterie in scadenza. Vale a dire Alessandria, Asti, Biella, Cuneo e Verbania. Per Torino e Vercelli (in scadenza 2026) con tutta probabilità si dovrà attendere ancora.

Non sarà contenta l’onorevole Chiara Gribaudo che, ancora durante l’intervento in assemblea ha ribadito come ritenga «fondamentale che il Pd si riorganizzi». Specie in virtù dei risultati delle ultime Europee. «Dobbiamo aprirci agli esterni perché dobbiamo fare una battaglia vera e condivisa contro una destra regionale e nazionale ideologica e aggressiva» aggiunge Gribaudo e conclude: «Abbiamo la necessità, con tutti i limiti della legge regionale, di interrogarci sul fatto che anche dopo il congresso nazionale qui si è fatto finta che non sia successo niente. Usiamo il 2025 per ripensare e rigenerare integralmente il Pd. Altrimenti rischiamo di essere solo grigi burocrati». E anche su questo punto è chiaro il pensiero di Quagliotti: «Il congresso di Torino si carica in realtà di un problema dell’allineamento del Piemonte alle posizioni Schlein».

Tira le fila del dibattito il segretario regionale Domenico Rossi, avanzando l’ipotesi di creare un documento piemontese da inviare a Roma per aprire un dialogo: «C’è chi chiede una scadenza unica per i congressi: è un modello possibile, ma dobbiamo discuterne».

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