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Ambiente & Mobilità
22 Ottobre 2024 - 20:00
Con buona pace di chi ha progettato o realizzato le (molte) nuove piste ciclabili, le nostre città faticano a diventare a misura di ciclista. E non si può andare in bici se non c'è sicurezza. Una politica della mobilità sbagliata o forzata, peraltro, non aiuta né i ciclisti né gli automobilisti. Ma se quasi ovunque ci sono queste difficoltà, ci sono delle città che si distinguono in negativo: qui è proprio meglio non pensarci di andare al lavoro in bicicletta.
Sì, perché l'aspetto interessante dell'ultima iniziativa di Legambiente è che l'uso della bicicletta, in questo caso, è strettamente legata ai tragitti casa-lavoro, alla ricerca di una massimizzazione di tutte le possibilità per favorire la sostenibilità ambientale ma senza danneggiare il tessuto produttivo, anzi dandogli una possibilità di maggiore efficienza grazie anche allo smart working.
L'iniziativa si chiama Giretto d'Italia, ed è stata portata avanti durante la Settimana Europea della Mobilità Sostenibile ha visto la partecipazione di 22 comuni sopra i 15 mila abitanti e 17 aziende, per un totale di oltre 39mila passaggi di mobilità attiva dai 154 checkpoint installati per il calcolo degli spostamenti casa-lavoro e casa-scuola. Di fatto, ciò che emerge dal bilancio è che gli spostamenti in bici, o in generale, una mobilità attiva riesce ad affermarsi in contesti urbani e aziendali dove i trasferimenti a zero emissioni poggiano su politiche e investimenti in sicurezza, infrastrutture e servizi.
Basandosi su questi passaggi, la città che ama di più la bicicletta è Padova, seguita da Piacenza e Bolzano. Torino, capitale (forse) dell'auto si piazza al sesto posto, forse anche grazie al gran numero di nuove piste ciclabili, anche se non sempre collocate secondo una logica di miglioramento della viabilità e di decongestionamento del traffico. In via Nizza, per esempio, la carreggiata ridotta dalla presenza di ciclabili sui due lati ha portato a code e rallentamenti tali per cui, a voler analizzare, le emissioni inquinanti sono senza dubbio aumentate. Qui sotto si può vedere la classifica completa, con il numero di passaggi registrato.
E così vediamo che due città piemontesi si piazzano proprio al fondo: Rivoli, in provincia di Torino - nonostante esistano percorsi "alternativi" che consentono agli appassionati interessanti tour dal Castello di Rivoli alla Palazzina di Stupinigi -, e Alessandria. Le due si collocano proprio al di sotto di Milano, che chiunque avrebbe immaginato conquistare senza fatica la maglia nera (per restare alle metafore ciclistiche).
Milano che invece spicca assieme a Trento sul fronte smart working, con rispettivamente con 577 e 126 lavoratori da remoto che hanno partecipato da casa al Giretto d’Italia. Perché proprio la modalità di lavoro agile è riconosciuta come uno dei metodi per decongestionare il traffico e alleggerire la pressione sul trasporto pubblico locale e andrebbe potenziato e affiancato "dalla promozione di convenzioni tra aziende e società di sharing mobility".
Lo sostiene Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente, per il quale "lo sviluppo della mobilità sostenibile in Italia è rallentato dallo squilibrio tra gli obiettivi ambientali e sociali che vorrebbero le nostre città caratterizzate da spostamenti a basso impatto, rapidi ed economici per tutti”. Secondo Roberto Scacchi, responsabile nazionale mobilità di Legambiente,
"il percorso che renderà concreta e strutturale la mobilità attiva sostenibile non può prescindere da un cambio culturale degli stili di spostamento e di vita delle persone, e per farlo bisogna intervenire in maniera trasversale sull’ampliamento dell’accessibilità ai servizi di prossimità, sul potenziamento del tpl, sulla redistribuzione dello spazio cittadino a beneficio degli utenti deboli, con maggiori investimenti".
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