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SANITA'

Il piano del ministro Schillaci: dall’India 10mila infermieri per colmare le lacune sanitarie italiane

«Le Regioni gestiranno il reclutamento, la formazione indiana è buona». Ma i problemi del sistema sanitario restano

Il piano del ministro Schillaci: dall’India 10mila infermieri per colmare le lacune sanitarie italiane

In un contesto segnato dalla cronica carenza di personale sanitario, il Ministro della Salute Orazio Schillaci ha annunciato un piano per reclutare circa 10mila infermieri dall’India, con l’obiettivo di rinforzare temporaneamente ospedali, RSA e altre strutture territoriali italiane. Si tratterebbe di un accordo tra Italia e India, su cui Schillaci lavora già da alcuni mesi: a ottobre, durante il G7 dei Ministri della Salute, aveva dichiarato di aver discusso il progetto con la viceministra indiana.

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Nonostante l’annuncio, i dettagli sull’accordo e sulla gestione del reclutamento restano incerti. Schillaci ha lasciato intendere che saranno le Regioni a occuparsi della selezione e della verifica dei requisiti, come la conoscenza della lingua. Per la formazione professionale, invece, il Ministro ha rassicurato che il livello degli infermieri indiani è adeguato, aprendo alla possibilità di una “equivalenza” tra i titoli di studio italiani e indiani.

Sebbene non risolutivo, il piano di Schillaci punta a compensare il rinvio del piano di assunzioni nazionali, che avrebbe previsto circa 30mila nuovi posti di lavoro, promessi ma mai finanziati interamente. La legge di bilancio, infatti, ha destinato al settore sanitario fondi inferiori rispetto a quelli previsti, con il risultato di lasciare scoperti migliaia di posti. Schillaci si è rivolto a un modello già collaudato in altre situazioni d’emergenza: nel 2022, la Regione Calabria ha siglato un accordo con il governo cubano per l’assunzione di medici dall’isola caraibica, inizialmente osteggiato da sindacati e politici locali, ma che si è rivelato un supporto importante per il servizio sanitario calabrese, sotto commissariamento da oltre un decennio.

La Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche evidenzia come il problema sia più profondo: la professione infermieristica è poco valorizzata in Italia, sia economicamente che socialmente. Il salario medio si aggira intorno ai 34mila euro l’anno, circa 8mila euro in meno rispetto alla media del settore sanitario e ancora più basso dei salari esteri. Non sorprende quindi che tra i 200 e i 300 infermieri l’anno decidano di lasciare l’Italia: negli ultimi sei anni il 13% dei neo-laureati in infermieristica ha scelto di lavorare all’estero, dove le prospettive sono decisamente migliori.

Il reclutamento di infermieri dall’India si configura, così, come una toppa su un sistema sanitario carente: in Italia operano 6,2 infermieri ogni mille abitanti, ben al di sotto della media OCSE di 9,2 e della Germania, dove il rapporto sale a 12 per mille abitanti. La scelta di Schillaci rischia di sollevare polemiche, dato che anche l’India ha una media infermieristica inferiore rispetto all’Italia, con soli 1,6 infermieri ogni mille abitanti. Questa misura, per ora, rimane quindi una soluzione provvisoria, che cerca di rispondere all’emergenza senza ancora affrontare in modo strutturale i problemi del sistema sanitario italiano.

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