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IL FATTO
31 Ottobre 2024 - 17:39
Con l’avvicinarsi del 2 novembre, Torino si prepara a commemorare i propri cari attraverso un’usanza profondamente radicata: l’omaggio floreale. I fiori, in particolare i crisantemi, assumono un significato speciale durante la commemorazione dei defunti, ma la tradizione sembra essere in fase di declino.
Battista, un fioraio di 84 anni con un’esperienza che risale al 1981, osserva con rassegnazione il cambiamento che ha investito la sua professione. “Le tradizioni stanno scomparendo, sostituite da festività importate dall’America come Halloween”, lamenta nel suo negozio situato vicino al cimitero Monumentale. Secondo Battista, non sono i giovani a essere incolpati per questa evoluzione culturale, ma piuttosto le generazioni più anziane, che non sono riuscite a trasmettere i valori legati al ricordo e alla celebrazione dei defunti.
“L’aumento delle vendite di fiori c’è stato, ma ciò che incide davvero è il calo dei clienti”, prosegue Battista. “Un tempo, a quest’ora, avevo milioni in cassa; ora sono ridotto a poche centinaia di euro.” Il suo rammarico è palpabile quando osserva il cimitero deserto: “Non si va più a trovare i propri cari. Basta entrare al cimitero per vedere quanto è vuoto.”
Infatti, al cimitero Monumentale, i visitatori scarseggiano. Se da un lato non mancano i fiori, come quelli colorati posti in onore dei caduti della seconda guerra mondiale dalla società Afc, dall’altro molte tombe di famiglia rimangono spoglie di fiori freschi, sostituiti da decorazioni in plastica. Nonostante ciò, c’è ancora chi sceglie di omaggiare i propri defunti con un dono floreale, con il crisantemo giallo che spicca tra i fiori delle tombe.
Il prezzo di un crisantemo varia da 3 a 6 euro, a seconda della lunghezza e della freschezza, ma non tutte le annate sono favorevoli. Cecilia Serafino, fiorista di Ascom, spiega: “Quest'anno non è stato buono per i crisantemi. Troppa umidità ha fatto marcire rapidamente i fiori. Io stessa non ho potuto vendere molti esemplari che avevo acquistato.”
Nel cuore del cimitero, un chiosco azzurro del 1930 accoglie i visitatori. Qui troviamo Nina, una nonna dolcissima che, nonostante l’età, continua ad aiutare il figlio Andrea nella preparazione delle composizioni floreali.
“Come volumi di vendita, siamo in pari con lo scorso anno, e il crisantemo rimane il fiore più venduto”, afferma Andrea, mentre sua figlia Eleonora, 22 anni, si muove tra i clienti.
Monica, moglie di Andrea, mostra con orgoglio una foto di Nina da giovane. “Mia madre aveva un ristorante prima di occuparsi di fiori. Qui, tra fiori e famiglia, è cresciuto tutto”, racconta. All'interno di questa famiglia, la tradizione legata ai fiori prosegue con vigore, dimostrando che, nonostante le trasformazioni del tempo, il rapporto con il passato e la memoria dei propri cari defunti rimangono principi essenziali e intramontabili.
Mentre Torino si prepara a commemorare i defunti, è evidente che le tradizioni si trovano a un bivio, richiedendo un rinnovato impegno da parte di tutti per non perdere il valore del ricordo. I fiori, simbolo di amore e affetto, continuano a rappresentare un modo per onorare i propri cari, ma la sfida è quella di mantenere viva questa usanza, di fronte all'incedere di nuove influenze culturali.
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