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CriminalMente: il lato oscuro della mente umana svelato in un convegno senza filtri

Tre esperti di crimine e psicologia, una sala gremita e il coraggio di affrontare le verità scomode: il primo convegno dell’associazione Aleda Aps, organizzato da Alessia Costanzo, ha conquistato Torino con riflessioni intense su violenza, devianza e giustizia. Nessun tabù, nessun compromesso: ecco il racconto di una serata che è andata oltre la cronaca e ha sfidato il pubblico a guardare più a fondo nel lato oscuro della nostra società

CriminalMente: il lato oscuro della mente umana svelato in un convegno senza filtri

I relatori del convegno insieme al direttivo Aleda Aps

Sabato sera, Torino, una sala conferenze sold-out al Pacific Hotel. No, non è l’incipit di una storia mondana, ma di un evento che ha attirato chi è stanco di serate preconfezionate: CriminalMente, il primo convegno organizzato da Aleda Aps, l’associazione appena fondata da Alessia Costanzo con un obiettivo ambizioso – fare prevenzione sul crimine.

Sergio Caruso

A tenere banco, tre personaggi di peso: Sergio Caruso, criminologo e psicologo con un curriculum che incute rispetto; Carlo Romano, psichiatra che ha passato anni nel “dietro le sbarre”; e Marco Dapino, avvocato penalista tra i più noti del Paese. L’evento, già sold-out giorni prima, ha trasformato la sala conferenze dell’hotel in una vera e propria aula di analisi criminologica. Tra il pubblico c’erano professionisti del settore, avvocati, psicologi, operatori sociali e tanti curiosi, che non si sono fatti sfuggire l’occasione di un sabato sera alternativo. Persino un nutrito gruppo di "ComeHome" – tra cui l’influente Sara Castellino, conosciuta come "Pinky" – era lì, pronto a immergersi in una serata di domande e riflessioni, dove ogni intervento portava a galla non solo teorie, ma esperienze vissute sul campo.

La serata si è aperta con la proiezione di una scena del film Joker, in cui Joaquin Phoenix, nel ruolo del protagonista, siede di fronte alla sua psichiatra e le sussurra “Non capiresti.” Parole che sembravano quasi un monito per la serata, un invito a non fermarsi alle apparenze. Subito dopo è entrato in scena Sergio Caruso, che ha aperto la conferenza con un intervento che ha messo subito le cose in chiaro: “No, i raptus improvvisi non esistono. Nessuno si sveglia una mattina e decide di compiere una strage.”

Poi è stato il turno di Romano, che ha portato i presenti a riflettere su quanto i muri del carcere non tengano semplicemente fuori la società, ma contribuiscano a modellare menti e comportamenti in modi spesso invisibili. Scomodo, forse, ma innegabile. Tra rabbia, frustrazione e distorsioni della psiche, il carcere si rivela un territorio di confine tra follia e lucida brutalità, dove la parola “riabilitazione” suona quasi ironica. E quando è arrivato il momento di Dapino, il quadro era ormai completo: la giustizia non è una scienza esatta e, quando si parla di crimine, ci sono infinite sfumature che non sempre trovano risposta nei codici. È stata una serata che ha lasciato tutti con qualcosa su cui riflettere. Non una parentesi teorica, ma un’immersione nel mondo reale che ha abbattuto, almeno per qualche ora, le barriere tra pubblico e privato, tra bene e male, tra razionale e irrazionale. CriminalMente non è stato solo un convegno: è stato uno spaccato di realtà su cui vale la pena tornare. E ora abbiamo deciso di condividere tutto con voi, lettori, con un format online a episodi. Nessun dettaglio andrà perso, perché ogni intervento merita lo spazio necessario.

Alessia Costanzo e Sergio Caruso

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