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EMERGENZA POVERTA'
14 Novembre 2024 - 16:02
Interno della struttura di via Chiala
Il fenomeno della povertà e dei senza fissa dimora è in crescita a Torino. Il numero di persone che si rivolgono ai servizi di assistenza è aumentato del 10% rispetto all'anno scorso, con molte persone costrette a dormire in strada o a fare la fila nei refettori per un pasto caldo. A confermare questa drammatica realtà è Pierluigi Dovis, direttore della Caritas Diocesana di Torino, che ha inaugurato oggi un nuovo centro di accoglienza nel quartiere Mirafiori Sud, pensato per rispondere alle crescenti necessità.
Secondo i dati diffusi dalla Caritas, nel 2024 sono già oltre 19.000 le persone che si sono rivolte ai servizi di accoglienza e assistenza nella Diocesi di Torino, rispetto alle 18.000 del 2023. Un incremento che evidenzia la crescente difficoltà di molte famiglie e individui, con un aumento del 10% delle richieste di pasti, vestiario e supporto psicologico. In parallelo, la presenza di senzatetto nella città è aumentata, con un incremento del 10% dei clochard, che, secondo la Caritas, sono passati da 900 a 990 solo nell'area torinese.
In risposta a questa emergenza, la Caritas ha inaugurato oggi la "Casa porta di Speranza", un nuovo spazio di accoglienza situato in via Luigi Chiala 10, nel cuore di Mirafiori Sud. Il centro offre una serie di servizi pensati per chi vive in strada o è in grave difficoltà economica. All'interno della struttura, due spazi dedicati all'accoglienza notturna – denominati Betania e Lidia – possono ospitare fino a 26 persone, offrendo non solo un letto dove passare la notte, ma anche la possibilità di fare una doccia, lavare i propri indumenti e ricevere una colazione al mattino.
Accanto a questi spazi di accoglienza notturna, la Caritas ha attivato la Piccola Sosta, un servizio di socializzazione che si svolge il lunedì, mercoledì, venerdì e sabato dalle 14 alle 17. Questo spazio è aperto a tutti i senzatetto, non solo a quelli ospitati nelle strutture notturne, e offre loro l'opportunità di socializzare, sentirsi meno isolati e accedere a servizi di supporto e a servizi essenziali di igiene. Inoltre, all’interno della struttura c’è Daccapo, laboratorio di falegnameria dove lavorano persone detenute che al momento sono sottoposte all’art.21 o all’affidamento ai lavori sociali.
"Questi nuovi spazi si inseriscono in una rete più ampia che comprende otto luoghi di accoglienza dislocati in cinque quartieri della città", ha spiegato Dovis. "Queste strutture possono ospitare, complessivamente, circa cento persone contemporaneamente, e sono distribuite tra zone come la Vallette, la Gran Madre e Mirafiori Sud. L'obiettivo è fare rete e rispondere alla crescente povertà con un intervento capillare e coordinato".
Luca Rolandi, presidente della Circoscrizione 2, ha sottolineato come la povertà sia un fenomeno sempre più visibile anche in questo grande quartiere torinese: "In questo territorio sono presenti molte iniziative di accoglienza, sia laiche che religiose. È fondamentale lavorare insieme per creare una rete di supporto e rispondere adeguatamente ai bisogni".
Anche l'arcivescovo di Torino, Roberto Repole, ha commentato la crescente povertà con preoccupazione: "Non è normale che aumentino i poveri e non è normale che cresca la diffidenza. Oggi, quando strutture come queste aprono le porte, dobbiamo dire grazie a chi si prende la responsabilità di fare vivere questi luoghi di speranza e accoglienza".
Repole ha anche voluto riconoscere il ruolo delle parrocchie, che, nonostante le difficoltà, continuano a essere punti di riferimento fondamentali per chi si trova in difficoltà: "Le parrocchie, pur nella loro fatica, sono luoghi di chi si prende cura degli altri. Un gesto di solidarietà che è essenziale per contrastare la crescente solitudine e povertà".
L'aumento dei poveri e dei senza dimora a Torino non è un fenomeno isolato, ma parte di una tendenza nazionale. La Caritas, a livello nazionale, ha accolto nel 2024 circa 36.000 persone in difficoltà, con un aumento significativo dei senzatetto rispetto agli anni precedenti. Questo evidenzia una crisi sociale che richiede una risposta urgente e coordinata.
Le strutture come la "Casa porta di Speranza" rappresentano solo una parte della risposta a questa emergenza, ma è chiaro che la sfida contro la povertà e l'emarginazione sociale richiede un impegno continuo da parte di tutti: istituzioni, associazioni, parrocchie e cittadini.
La speranza è che, attraverso l'aiuto concreto e il rafforzamento della rete di accoglienza, si possa restituire dignità a chi oggi è costretto a vivere ai margini della società.
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