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GIORNATA INTERNAZIONALE DELLE PERSONE CON DISABILITA'
03 Dicembre 2024 - 14:36
Veronica Biglia
Un palazzetto pieno: erano in 4000 gli studenti delle scuole al DisFestival, l'evento pop organizzato in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità al parco Ruffini. Una mattinata dal titolo azzeccatissimo: "Emozioni". Artisti e atleti hanno promosso inclusione e accessibilità tra giochi e racconti.
Accolta con un applauso lunghissimo, è arrivata Veronica Biglia, l'atleta piemontese del Cus Torino che ha da poco concluso l a sua avventura alle paralimpiadi di Parigi. "La disabilità sta negli occhi di chi guarda" ha affermato l'atleta 36enne al microfono. Poco dopo ci ha concesso un'intervista. "Non c'è abbastanza attenzione sul tema della disabilità: la barriera culturale mentale è ancora troppo forte". Veronica nel 2013, durante il parto, contrae la mielite trasversa, la sindrome clinica immuno-mediata del sistema nervoso centrale, che le provoca un danno neuronale al midollo spinale.
"Ho una figlia di 11 anni. Quando era più piccola spesso a scuola l'hanno bullizzata: le dicevano che era colpa sua se io sono su una sedia a rotelle, la prendevano in giro perchè non ha il papà e le dicevano anche che sarebbe finita sulla sedia anche lei, come sua madre". Veronica però è una donna forte, il tono delle sua voce è deciso: "Da giovane ero una donna bellissima, 1,80 e camminavo sulle mie gambe. Ma oggi, oggi sono felice. Ho una figlia, faccio il lavoro che amo, un bagaglio di esperienza immenso alle spalle. Disabilità non significa necessariamente infelicità". Intanto entra una giovane ragazza, Ludovica, che chiede timidamente un autografo. Lei e la mamma sono grandi fan di Veronica. E quando ci lascia, l'atleta si lascia andare a una riflessione, più attuale che mai: "Mia figlia non ha ancora uno smartphone. I social, mi fanno paura: tanti contenuti sono solo apparenza e manca la sostanza. Mi chiedo come i genitori non controllino: tra roulette russe del sesso e simili, c'è da avere paura".
Alla mattinata era presente anche Carlotta Salerno, assessora regionale alla Scuola: "Continuiamo a sostenere che la scuola sia la prima palestra per una cittadinanza inclusiva, Il mondo non è fatto di assolutismi" ha affermato - prima di essere letteralmente travolta dalla mascotte dell'evento che l'ha trascinata in un ballo vivace. Abbiamo anche chiacchierato con alcuni studenti delle scuole superiori chiedendogli cosa significhi per loro un mondo accessibile e inclusivo: "E' una priorità che va data a tutti, a prescindere" dice Francesco, 17 anni. Alexandra, sua coetanea, riassume tutto con una sola parola: "Libertà". E secondo Vincenzo, che di anni ne ha 15, si tratta di "parità dei diritti". E conclude Alessandra, 16 anni: "L'inclusione è giustizia".
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