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L'INDUSTRIA

Terremoto Tavares e ora Torino “trema”. «Anticiamo i tempi per la produzione della 500 ibrida»

Impatto sulla filiera piemontese: scenari futuri e il ruolo delle istituzioni nella crisi Stellantis

Stellantis

Il comparto automotive piemontese

La crisi di Stellantis fa tremare l’industria dell’auto italiana. E Torino non fa eccezione. A pochi giorni dall’addio dell’ad Carlos Tavares, a guardare con preoccupazione verso il nuovo corso del mondo dell’auto c’è anche la filiera della componentistica piemontese.

Se ne è discusso lungamente durante la seduta della terza commissione presieduta da Claudio Sacchetto, che ha ascoltato la voce delle associazioni delle imprese industriali e dell’artigianato per un approfondimento. Ne è emerso, innanzitutto, che il mercato automobilistico cinese è cresciuto fino a diventare «il più grande al mondo», con vendite che nel 2023 hanno superato i 26 milioni di veicoli, mentre in Europa il mercato ha raggiunto circa 9,9 milioni di unità. «L’Italia, nonostante la crisi, rappresenta però ancora un importante player in questo contesto» ha rassicurato Alberto Dal Poz, vicepresidente dell’Unione industriale di Torino. Per Confindustria, invece, è fondamentale ragionare in termini di filiere, anche quelle trasversali, in particolare in Europa, per le aziende che si occupano di batterie per auto elettriche.


«Dopo l’addio di Tavares mi aspetto che anticipino la produzione della 500 ibrida a Torino» l’auspicio del segretario generale della Cgil Piemonte, Giorgio Airaudo che non appare altrettanto ottimista rispetto al futuro dei lavoratori del gruppo. «Prevedo che continui la cassa integrazione e ci saranno poche novità concrete per i lavoratori».

L’appello poi va diretto alle istituzioni torinesi e piemontesi, che devono «pretendere» un piano chiaro e non delegare all’azienda il futuro del comparto. «È finito il tempo di “quello che va bene alla Fiat va bene all’ Italia - prosegue -. Ora è il governo a dover dettare la linea alle aziende automobilistiche». Come a dire: se Stellantis non ci sta, il governo deve aprirsi a nuovi produttori. Posizione condivisa anche dal segretario della Cgil torinese, Federico Bellono. «Il mondo dell’auto non inizia e finisce con Stellantis» premette. «Ci sono opportunità con nuovi produttori che dovremmo iniziare a cogliere». Per Nicola Scarlatelli, presidente di Cna Torino, «quelle di Stellantis non sono le prime difficoltà che affrontiamo in questo territorio. Abbiamo superato quelle di Fca e prima quelle di Fiat» ricorda.

"Abbiamo chiesto ripetutamente che l’assessore Tronzano e la vicepresidente Chiorino partecipassero ai lavori per calendarizzare un Consiglio regionale aperto sull’automotive – ha dichiarato la consigliera regionale di Italia Viva Vittoria Nallo –. La loro assenza rappresenta un grave segnale di disinteresse verso un settore che rappresenta il cuore pulsante della nostra economia”.

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