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La storia
06 Gennaio 2025 - 10:50
Nella fredda vigilia di Natale, tre insegnanti torinesi, Simone Zito, Lucia Randone e Virginia Speranza, si sono trovati a vivere un incubo in Bulgaria. Membri del collettivo Rotte Balcaniche, un gruppo di attivisti impegnato nel soccorso dei migranti lungo le rotte dell'Europa dell'Est, i tre sono stati arrestati nella stazione di polizia di Malko Tarnovo dopo aver soccorso tre giovani marocchini in difficoltà nel bosco.
UN VIAGGIO DI SOLIDARIETÀ TRASFORMATO IN ODISSEA
«Arrestati per aver salvato vite umane», così inizia il post su Facebook di Simone Zito, che racconta la drammatica esperienza vissuta. I tre insegnanti avevano deciso di trascorrere le vacanze natalizie in Bulgaria per proseguire il loro impegno umanitario. Dopo un viaggio estenuante di 40 ore, interrotto da un ingorgo in Croazia, sono stati subito chiamati all'azione. Era il 24 dicembre pomeriggio quando hanno ricevuto una richiesta di soccorso: tre ragazzi marocchini erano stremati nel bosco, uno in stato di ipotermia. Le temperature erano glaciali, e i tre attivisti si sono mossi rapidamente per portare cibo, vestiti caldi e assistenza medica.
IL DRAMMA DEL SOCCORSO
Arrivati sul posto, hanno trovato i tre giovani in condizioni disperate. Uno di loro era semi-incosciente, mentre gli altri due erano terrorizzati all'idea di incontrare la polizia bulgara. «Grazie alla nostra presenza, non verranno picchiati», hanno rassicurato i ragazzi, spiegando che sarebbero stati condotti in un centro di detenzione per due settimane prima di poter chiedere asilo. Dopo aver stabilizzato il giovane in condizioni critiche, la polizia di confine è arrivata, urlando e intimidendo i presenti. Gli insegnanti hanno atteso per tre ore sotto la pioggia e la neve, cercando di proteggere i ragazzi dal freddo.
L'ARRESTO E LE INTIMIDAZIONI
La situazione è precipitata quando un ufficiale ha annunciato l'arresto dei tre insegnanti, chiedendo loro di consegnare i telefoni. «Sarete in stato di arresto per 24 ore», ha dichiarato un agente. Condotti alla stazione di polizia di Malko Tarnovo, sono stati interrogati e intimiditi con minacce di arresti per traffico di migranti. Nonostante le pressioni, si sono rifiutati di fornire impronte digitali e foto segnaletiche, un gesto che ha evidenziato l'abuso di potere da parte delle autorità.
UNA NOTTE INFERNALE
La notte in cella è stata un'esperienza traumatica. In un ambiente sporco e freddo, i tre hanno cercato di riposare su sedie puzzolenti. Quando hanno chiesto di andare in bagno, sono stati condotti in un sotterraneo buio e spoglio, dove le condizioni igieniche erano disastrose. Tuttavia, la vista dei tre ragazzi marocchini nella stessa stazione di polizia ha dato loro un barlume di speranza: erano salvi. Al mattino, i tre insegnanti sono stati liberati. Sebbene abbiano rifiutato di firmare documenti in bulgaro, sono usciti con la consapevolezza di aver salvato tre vite. «Oggi, in Europa, va così. Siamo sereni», ha concluso Zito.
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