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LA PROTESTA
04 Febbraio 2025 - 17:36
Lo striscione appeso davanti al Liceo Artistico Aldo Passoni
Gli studenti occupano il Liceo Artistico Passoni: «La scuola ci cade addosso e nessuno ci ascolta». Nella sede di via della Cittadella di Torino, i ragazzi protestano contro i problemi strutturali e di sicurezza all'interno dell'edificio scolastico.
La rappresentante d'istituto, Sofia Poddo, racconta:«Una nostra compagna si è appoggiata a un infisso che ha iniziato a traballare. Fortunatamente non era sola e si è evitato il peggio, ma non sono situazioni tollerabili. La scuola è la nostra seconda casa, noi studenti non possiamo venire qua e rischiare di farci male. Oltretutto si parla di una manutenzione terminata qualche mese fa, dopo oltre tre anni di impalcature e cantieri. Eppure ci troviamo a vivere ancora queste situazioni di disagio».
«Oltre agli infissi pericolanti, una lastra di marmo che protegge i termosifoni si è staccata - spiega la ragazza - l'antifurto e l'interfono non funzionano bene e in caso di emergenza, questi sistemi di sicurezza non sono udibili in tutte le aule, rendendo difficoltosa l'evacuazione e la gestione di eventuali situazioni critiche. E poi ci sono diversi bagni inagibili e l'ascensore che non ferma al primo piano, costringendo anche chi ha difficoltà a muoversi a utilizzare le scale per poter arrivare in aula».
Dopo diverse sollecitazioni all'amministrazione scolastica, il collettivo degli studenti ha deciso di occupare la scuola come gesto estremo per farsi ascoltare. Ma sottolineano:«Quest'occupazione non è rivolta contro il preside, ma contro la Città Metropolitana di Torino. Non siamo l'unica scuola a vivere in queste condizioni, speriamo di mobilitare le altre». I ragazzi sarebbero, infatti, in contatto con gli studenti del Giordano Bruno.
L'occupazione ha seguito un'assemblea mattutina, a cui hanno partecipato i rappresentanti d'istituto e il preside del Passoni, Fabio Falvo. Nel pomeriggio gli studenti hanno deciso di "invadere" la palestra, circa una sessantina di ragazzi. Altri studenti, provenienti anche da altre scuole e uniti alla causa, sono rimasti fuori: ad accedere nell'edificio solamente coloro che, elenco alla mano, dovevano seguire lezione. Poi, verso metà pomeriggio, la scuola è stata liberata nella speranza di ritornare l'indomani con una maggiore partecipazione
«Capisco la loro rabbia- spiega Fabio Falvo- Le loro richieste hanno assolutamente senso, e sono giuste. Hanno delle esigenze, ma le pretendono subito senza conoscere tutto l'iter. Dal punto di vista organizzativo, se un bagno non funziona prima che venga sistemato purtroppo passa del tempo, ma non perché venga sottovalutato o negato un servizio, semplicemente funziona così. Per loro è tuttavia pur sempre un altro giorno con un bagno in meno».
All'interno della scuola, Falvo, mostra alcuni punti critici indicati dagli studenti durante il loro discorso di occupazione: «Prendendo questa parete ad esempio, con l'intonaco trascurato e qualche scarabocchio. Non dà certo una sensazione di sicurezza, ma è solo brutto esteticamente. Ma questi sono lavori che, rispetto ad altre priorità, passano in secondo piano nel momento della distribuzione dei finanziamenti. Per questo nascono poi progetti creativi e artistici di cui, tra l'altro, questo liceo è un vero fiore all'occhiello». Falvo spiega, inoltre, che nonostante quella di via Cittadella sia la più "giovane" delle tre sedi del liceo Passoni, sia quella più problematica: «La succursale di via della Rocca è un palazzo Ottocentesco, eppure a richiedere più interventi di manutenzione è questa nata negli anni '60».
Il preside è categorico: «Ci sono delle mancanze ma non sussistono situazioni di pericolo. Sono aperto al dialogo e al confronto, anzi, parlare con gli studenti mi aiuta a fare meglio il mio lavoro. Io stesso da padre, voglio una scuola sicura».
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