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L'ITALIA È UN PAESE PER VECCHI

Non c'è scambio generazionale: le culle sono vuote

I giovani non fanno figli: l'incontro degli Stati Generali della Natalità a Torino

Non c'è scambio generazionale: le culle sono vuote

Famiglia

L'Italia non è un paese per giovani. I dati parlano: nel nostro paese non nascono più bambini.

Non c'è un ricambio generazionale. 
«Uno potrebbe dire, siamo in meno si sta meglio. È esattamente l'opposto, ed è un problema che ci riguarda tutti. Non si mette in discussione il voler fare figli o meno. In Italia chi vuole mettere su famiglia non è messo nelle condizioni di farlo in serenità».
Si è aperto così il discorso di Gigi De Palo, nella tappa torinese di Stati Generali della Natalità, tenutasi stamattina a Palazzo Madama. Un incontro alla presenza di istituzioni e alcuni ragazzi delle scuole superiori per sensibilizzare sul tema. Dalle interviste agli studenti emerge che fare figli è un desiderio comune, ma anche la preoccupazione del proprio futuro e dell'eventualità di doversi spostare all'estero per avere una vita migliore. 

Le giovani coppie prima di fare figli hanno paure e timori che spesso fanno scendere se non bloccare questo desiderio, tra lavoro, mutuo, case e poi, si sa, i figli costano.«Per questo è importante che le istituzioni applichino delle politiche familiari che possano appoggiare e mettere nelle condizioni i ragazzi di realizzarsi anche in questo senso», continua De Palo.

In Piemonte i dati sono preoccupanti, al di sotto della media nazionale. A Torino, per esempio, si contano 1,17 figli per donna con un'occupazione femminile al 63%.

A rivolgersi direttamente ai ragazzi torinesi il sindaco Stefano Lo Russo e il presidente della regione Piemonte, Alberto Cirio per lanciare un messaggio chiaro: il Comune e la regione ci sono. 

«Senza nuove generazioni che costruiscono il nostro futuro rischiamo seriamente di compromettere il sistema di welfare che abbiamo faticosamente costruito e mettere in crisi temi importanti come la sanità o la previdenza», ha commentato Lo Russo. 
Cirio ha, poi, sottolineato l'importanza dell'impegno delle amministrazioni pubbliche, «perché la natalità rappresenta il presupposto di ogni problema e di ogni soluzione. Dobbiamo interrogarci su cosa possiamo fare, se le misure messe in campo sono sufficienti e noi, come Regione, abbiamo attivato degli strumenti e vogliamo fare di più, utilizzando sempre meglio le risorse del Fondo Sociale Europeo».

A rappresentanza del Territorio, presente anche l'assessore Maurizio Marrone che ha sottolineato come sia «necessario vedere tutto ciò che riguarda la natalità come qualcosa che abbia a che fare con culturale e sociale. La "genitorialità" è una sfida complicata che spesso rischia di farti sentire una certa solitudine rispetto alle difficoltà che si vanno incontrare. Come istituzioni siamo chiamati a un cambio di mentalità».

«Come può la nostra città essere una città a misura di famiglia?», si è chiesta la vice sindaca Michela Favaro. Sono emersi così due temi importanti, da un lato la necessità di migliori e maggiori servizi per i cittadini, ma anche l'importanza dell'occupazione femminile. «Bisogna sfatare il luogo comune per cui le donne che non lavorano hanno più tempo per curare i figli. Anzi, dove c'è un doppio reddito è più facile si scelga di fare famiglia», ha concluso.
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