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Licenziamenti in vista

Dipendenti Yazaki in protesta sotto il grattacielo della Regione Piemonte

Gli operai manifestano contro i licenziamenti

Dipendenti Yazaki in protesta sotto alla Regione Piemonte

La scena vista davanti al grattacielo della Regione Piemonte sarà stata silenziosa ma non inosservata. In seguito al mancato accordo con la multinazionale giapponese, i 52 lavoratori della Yazaki Italia, con sede a Grugliasco, si sono riuniti per protestare contro la decisione del licenziamento di massa del 4 dicembre che sconvolgerebbe le loro vite. Due terzi del personale rimarrebbero senza lavoro e prospettiva, un fulmine a ciel sereno che ha colpito i dipendenti, di cui molti si troverebbero ad affrontare il mercato del lavoro in un'età in cui le opportunità di ricollocamento sono scarse.

Presente alla protesta anche il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle del Piemonte, Alberto Unia, che presenterà al Consiglio regionale un atto per chiedere al governo di Centrodestra di non abbandonare i 52 dipendenti e le loro famiglie al loro destino: "Chiediamo alla Giunta Cirio di intervenire a tutela dei lavoratori e delle lavoratrici, non lasciandoli soli di fronte a questa nuova crisi occupazionale piemontese, soltanto l’ultima fra le tante che stanno purtroppo contraddistinguendo la storia della nostra Regione negli ultimi anni, in particolar modo per quanto riguarda il settore dell’automotive".

Replica il vicepresidente della Regione Piemonte, Elena Chiorino, al termine dell’incontro Iazaki convocato in assessorato (l tavolo si riaggiornerà la prossima settimana): "Chiediamo serietà, ma soprattutto pretendiamo rispetto per i lavoratori Iazaki e per tutti coloro che attraversano un momento di difficoltà. Nessuno di loro merita di essere trascinato in una imbarazzante strumentalizzazione politica. Voglio tranquillizzare il consigliere del M5s che accusa la Regione di immobilismo: mentre lui scriveva un comunicato pieno di inesattezze, noi eravamo seduti al tavolo Iazaki. Chi non ne è al corrente o è colpevole di negligenza o volutamente alimenta un allarmismo rispetto a un’infondata non partecipazione della Regione ai tavoli di crisi. In ogni caso sarebbe bene farsi un esame di coscienza. Voglio essere molto chiara: non accettiamo lezioni da chi chiedeva nei propri programmi elettorali di ridurre il numero delle auto, sulla pelle dei lavoratori dell'automotive e dell'indotto. Questo ente lavora pancia a terra per dare ai lavoratori un accesso a misure strutturali, che possano realmente garantire loro un sostegno e la piena dignità del lavoro”.

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