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Stop agli infortuni dei calciatori? Grazie a una tuta spaziale progettata a Torino

Il progetto di Rea Space ha ottenuto un finanziamento dell'Agenzia Spaziale Europea

Stop agli infortuni dei calciatori? Grazie a una tuta spaziale progettata a Torino

Stop agli infortuni dei calciatori? Grazie a una tuta spaziale progettata a Torino

In futuro, a prevenire gli infortuni muscolari di calciatori e altri atleti di sport professionistici potrebbe essere una tuta spaziale inventata a Torino. Si chiama EMSi e l'ha creata la Rea Space, azienda che ha sede in corso Castelfidardo. E' uno dei sei progetti - promossi dalle imprese italiane Astradyne, Relicta, Adaptronics, Inspire, Germina e, appunto, Rea Space - che hanno ottenuto il finanziamento di Esa Spark Funding, un fondo messo a disposizione dall'Agenzia Spaziale Europea (Esa) in collaborazione con l'Asi, l'agenzia spaziale italiana.

A gestire il fondo, lanciato per la prima volta in Italia nel 2024 con una dotazione di 1,35 milioni di euro è Stam, azienda tecnologica con base a Genova e sedi a Roma, Bari, Cagliari e Padova, che opera in qualità di Broker Tecnologico per l’Italia su mandato dell’Esa. «La selezione delle sei proposte progettuali è avvenuta tra oltre venti candidature ricevute - dichiara il direttore esecutivo di Stam, Stefano Carosio -. Nei prossimi 12 mesi lavoreremo fianco a fianco con queste imprese per accompagnarle nello sviluppo di nuovi prodotti e modelli di business, con l’obiettivo di supportare il percorso di trasferimento tecnologico, contribuendo a rafforzare il settore spaziale italiano e il suo collegamento con gli altri settori industriali». E proprio l'eventuale sfruttamento "sulla Terra" della tecnologia promossa dalla torinese Rea Space potrebbe essere molto interessante. La tuta intraveicolare EMSi infatti è in grado di interagire con i muscoli posturali per contrastare gli effetti della microgravità sul corpo umano. Nel progetto Ercole, Rea svilupperà un sistema di sensori per il monitoraggio dell'attività muscolare e dell'azione biomeccanica degli atleti, migliorando le prestazioni e prevenendo gli infortuni, con l'obiettivo di trasferire queste tecnologie al settore sportivo.

E chissà che il primo cliente interessato a sfruttare la tuta spaziale non si trovi proprio a Torino. Se ci passate la battuta, visti i numerosi infortuni che hanno colpito i suoi difensori, la Juventus potrebbe farci un pensierino...  

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