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Sanità
25 Febbraio 2025 - 20:00
Un quarto della spesa totale italiana per medici e infermieri a gettone proviene dal Piemonte. Un dato che dipinge una realtà preoccupante per il sistema sanitario regionale, segnato da «contratti particolarmente onerosi» e una continua esternalizzazione dei professionisti con oltre 115 milioni di euro per il pagamento di medici e infermieri esterni, un importo che supera il 25% della spesa complessiva nazionale.
A livello nazionale, la spesa per i gettonisti ha toccato quasi mezzo miliardo di euro, ma il Piemonte spicca tra tutte le regioni, con un impatto economico che non può passare inosservato. Se la Lombardia segue a ruota con 105 milioni di euro (22,95% della spesa nazionale), le altre regioni sembrano distanti anni luce, con Veneto e Sicilia che faticano a superare la metà di quanto speso dalla regione piemontese.
Questi dati, contenuti nel rapporto dell’ANAC, non sorprendono più di tanto, ma non possono che sollevare l'ennesimo allarme per la tenuta dei conti delle Regioni, in particolare di quelle già in difficoltà, come il Piemonte. Il primato negativo della regione pesa ancora di più nell’unica zona del Nord dove il ricorso ai costosi gettonisti ha raggiunto livelli elevati. Il divario tra gli oltre 115 milioni di euro usciti dalle casse piemontesi e la spesa sostenuta da altre regioni, come la «Toscana (56,7 milioni) o l’Emilia-Romagna (29 milioni), è nettissimo, così come il confronto con il Veneto, fermo a 15 milioni».
Lo scorso anno, l'ANAC, insieme all'Ispettorato del lavoro, ha condotto numerose ispezioni in tutto il Paese, riscontrando in Piemonte situazioni che hanno portato l'Autorità a intervenire, imponendo correttivi severi all'uso dei gettonisti. Alcune cooperative sono state oggetto di procedimenti penali, in particolare per l'intermediazione di manodopera, vietata per legge. Il fenomeno, come sottolineato dal presidente dell'ANAC Giuseppe Busia, è sintomo di un «progressivo impoverimento degli organici, con medici e infermieri attratti da remunerazioni più elevate per le prestazioni interinali, creando un circolo vizioso di concorrenza irragionevole tra le Asl».
La spesa per i gettonisti a Torino non riguarda solo i medici, ma anche un numero crescente di infermieri. I contratti sempre più onerosi non sono sostenibili per le amministrazioni, ma allettano i professionisti, causando la "fuga" dai contratti tradizionali. Questo fenomeno contribuisce a un «impoverimento degli organici sanitari, con strutture che si trovano a dover attrarre talenti solo grazie a stipendi più alti rispetto a quelli offerti dai contratti stabili».
L'analisi dei dati evidenzia una distorsione del mercato e una gestione inefficace del personale sanitario. Il Piemonte, per superare il suo primato negativo, dovrà ridurre il ricorso ai gettonisti e orientarsi verso una gestione più equilibrata, che valorizzi i professionisti già in servizio e promuova contratti duraturi, per garantire una sanità stabile e sostenibile.
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