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LA CONTESTAZIONE
17 Marzo 2025 - 20:16
Gli studenti che hanno interrotto il discorso del rettore Stefano Geuna
La cerimonia, tenutasi al Teatro Regio di Torino, è stato un vero e proprio inno all’Europa. Salito sul palco per l’ultima volta nelle vesti di rettore, Stefano Geuna, senza nascondere la commozione, ha elogiato la crescita dell’Università e della sua proiezione verso il futuro. La presentazione dei dati, dal 2019 ad oggi, hanno mostrato come Unito sia cresciuta: «168 corsi di studio, raddoppiati i corsi del dottorato e i corsi post laurea sono cresciuti del 50%, oltre 800 studenti stranieri in più».
In platea, chiamati ad intervenire poco dopo, il sindaco di Torino Stefano Lo Russo, il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, e il deputato Enrico Letta.
Solidale al rettore, interrotto dalle proteste di alcuni studenti che hanno chiesto di essere ascoltati sul palco, Cirio ha commentato: «Questa è la democrazia, è giusto ascoltare tutti i pareri», difendendo però anche la scelta del consiglio regionale di rivedere i criteri per assegnare le borse di studio. «I soldi pubblici vanno spesi bene sempre, specialmente quando ce ne sono pochi».
Il primo cittadino torinese ha sottolineato l'importanza di essere cittadini europei e del mondo: «Azzeccata la scelta di aprire quest'evento con "l'inno alla gioia", l'Inno europeo».
E se dentro il Teatro, i toni esprimevano gratitudine per l’operato di questi ultimi anni, fuori i megafoni del corteo (formato da studenti e lavoratori a precariato della ricerca) dissentivano.
«Geuna è il peggiore rettore della storia di Unito. Smetta i rapporti con Israele e si preoccupi dei tagli allo studio della ministra Bernini, 700 milioni in meno».
La contestazione, irrompendo in sala, si è anche soffermata sulla presenza di Letta e la recente approvazione al riarmo europeo. «Le università sono fuori da queste logiche di guerra, gli studenti non ti vogliono», hanno riecheggiato le urla di uno studente mentre veniva accompagnato fuori. Dopo l’ennesima interruzione, il politico ha ripreso il suo discorso sottolineando come sia importante «avere consapevolezza di essere un paese piccolo. Nessun paese europeo ce la frebbe da solo, dobbiamo unirci per non diventare colonie americane o cinesi».
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Nonostante le difficoltà, il rettore ha concluso, come di rito, con i ringraziamenti avviando ufficialmente l’anno accademico. «Nel 2035 vorrei vedere gli Stati europei che hanno deciso di delegare le competenze sull'istruzione all'Europa. Oggi non è così e non mi stupisce. Non è facile, ma quando saremo capaci di farlo allora saremo veramente Europa. Con queste ultime parole di rito, dichiaro ufficialmente apertol'annoaccademico dell'Università di Torino, il 621esimo dalla sua fondazione».
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