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Lutto

Addio ad Alberto Galardi, protagonista della storia dell'architettura e della cultura Olivettiana

L'architetto 94enne era noto per i suoi progetti Brutalisti e per il legame con Adriano Olivetti

Addio all'architetto Alberto Galardi, protagonista della storia dell'architettura e della cultura Olivettiana

Alberto Galardi durante un'intervista (Fonte: Youtube)

Si è spento all’età di 94 anni Alberto Galardi, una delle figure di spicco dell'architettura italiana del Novecento e protagonista della stagione culturale ed imprenditoriale legata a Adriano Olivetti. La sua morte è stata annunciata dalla Fondazione Adriano Olivetti, che ne ha celebrato la figura, simbolo della sperimentazione architettonica di quegli anni.

La sua carriera si intrecciò in maniera decisiva con quella di Adriano Olivetti, che lo scelse come architetto di fiducia per numerosi progetti. Fu proprio Olivetti a conferire a Galardi l'incarico di progettare il Laboratorio farmaceutico e l'Istituto di ricerche Antoine Marxer a Loranzè, un progetto che si distinse per l'uso innovativo del calcestruzzo a vista, segno distintivo della corrente Brutalista a cui Galardi si ispirò.

Nel 1962, il progetto di Loranzè gli valse il Premio Inarch, riconoscendo la sua capacità di fondere funzionalità e bellezza in un contesto innovativo. Sempre nel 1959, Galardi realizzò un quartiere residenziale per profughi a Gorizia e venne nominato consulente per l'architettura dell'Olivetti, con cui collaborò a lungo in diverse occasioni.

Il suo percorso professionale proseguì con la partecipazione a numerosi concorsi internazionali, tra cui il celebre progetto per il Palazzo della Camera di Commercio di Torino, che vinse nel 1963 insieme a Carlo Graffi, Carlo Mollino e Antonio Migliasso. Galardi si distinse anche per il suo impegno nella progettazione di grandi opere urbane e residenziali, come nel caso di un insediamento per 5.000 abitanti in Kuwait e una grandiosa moschea a Kuwait City, realizzati con Carlo Moretti nel 1963. Tra i suoi progetti di spicco, anche il Palazzo degli uffici della Camera dei deputati a Roma e il viadotto sull'autostrada Genova-Sestri Levante.

La sua collaborazione con Olivetti continuò anche negli anni successivi, con la progettazione di una scuola di formazione per i meccanici a Scarmagno e una colonia estiva per i bambini dei dipendenti a Ravenna, anche se questi ultimi progetti non vennero mai realizzati. Nel 1969, Galardi completò il Palazzo Uffici della Olivetti a Firenze, uno degli esempi più significativi della sua visione architettonica.

Oltre alla sua attività di architetto, Alberto Galardi si distinse anche per il suo impegno culturale. Nel 1967, pubblicò il libro "Architettura italiana contemporanea", edito dalle Edizioni di Comunità, la casa editrice fondata da Adriano Olivetti. Quest’opera divenne un punto di riferimento per la comprensione dell'architettura del secondo Novecento e una testimonianza del pensiero di Galardi, sempre teso a coniugare la funzionalità con una riflessione profonda sull’impatto sociale e culturale dell'architettura.

Galardi era sposato con Maria Luisa Lizier, architetta e figlia di Carlo Lizier e Laura Olivetti, sorella di Adriano Olivetti. Dal loro matrimonio nacquero i figli Marco, Laura, Valentina e Annalisa. Il legame con la famiglia Olivetti, così come con la tradizione culturale che Adriano Olivetti aveva creato, ha segnato profondamente la vita e la carriera di Alberto Galardi, che, con la sua morte, lascia un’eredità di valore nell’ambito dell’architettura e della cultura italiana.

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