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La parola ai lettori
02 Maggio 2025 - 10:50
Il Made in Italy all'estero e il Qatar mette le mani su Torino
Egregio direttore Monticone, fra le tante cose finite all’estero l’ultima è stata la Moka Bialetti, quella resa celebre da quell’uomo con i baffi dell’antica pubblicità. Purtroppo la serie delle acquisizioni straniere è infinita! La Sardegna è colonizzata da gruppi americani e cinesi che si spartiscono impianti eolici e pannelli fotovoltaici. Le caramelle Sperlari sono tedesche e le mentine Saila pure! Le fattorie Osella sono americane, l’olio Carapelli è degli spagnoli, l’olio Sasso pure e chi più ne ha più ne metta. Intanto il Qatar si dice pronto ad acquistare due simboli di Torino: Villa Frescot, già dimora della famiglia Agnelli e il Palazzo del Lavoro, sede Italia 61! E così l’Italia perde le sue produzioni storiche e molto del suo futuro.
Claudio Cozzani
Caro Cozzani, per amor di precisione Osella è sì a maggioranza di un gruppo estero, ma la famiglia è ancora ben dentro la gestione. Un po’ come accade con la Nutkao, ma se vogliamo dirla tutta anche la Ferrero ha la sede in Lussemburgo. Quanto ai simboli di Torino, se ci vuole l’emiro del Qatar per ricostruire il Palazzo del Lavoro ridotto in uno stato vergognoso, di proprietà al momento di Cassa Depositi Prestiti ossia una società statale, ben venga! Invece, se la sceicca vuole Villa Frescot, prenda pure: è semplicemente un edificio, che importa che fu dell’Avvocato Agnelli? Torino deve uscire dalla sua sudditanza verso gli Agnelli, anche se morti... Preoccupiamoci se Mirafiori verrà venduta ai cinesi.
A.Mon.
Lavoro/1
Ecco chi tolse la scala mobile
Buongiorno. In risposta al signor Max in riferimento al 1° Maggio e sulla scala mobile tolta dai sindacati e comunisti, premetto che non sono né iscritto al sindacato e né ai partiti. Ma ricordo che la scala mobile fu eliminata con governi di centro DC, Psi ecc e con un referendum sostenuto proprio da loro stessi e anche da alcuni sindacati. Un errore madornale, per gli aggiornamenti di stipendi e pensioni all’inflazione.
R.A.C.
Lavoro/2
Adesso basta con i Landini
Buongiorno. Ho letto ieri, 1° maggio, festa dei lavoratori, la lettera di Luca - ex Embraco, fuori dal lavoro ed impossibilitato a rioccuparsi a 53 anni nonostante tutti i suoi sforzi. Nel 2022 sono anticipatamente andato in ISOpensione da una multinazionale. Ebbene, il motivo ricorrente all’interno delle multinazionali è che a 50 anni si è vecchi ed a 55 bolliti... Queste le parole di loro manager. Aggiungo che per parecchi anni sono stato iscritto alla CGIL; durante la contrattazione per regolarizzare l’isopensione, i loro incaricati non erano neanche a conoscenza delle regole dello statuto dell’isopensione. Siamo stati il sottoscritto ed una responsabile dell’azienda a spiegarlo loro. Con tutto ciò penso di poter dire che l’operato del sindacato, di qualunque sigla, non è in grado di difendere e supportare qualunque genere di lavoratore e soprattutto degli over 50. Mancano persone esperte ed autorevoli che si occupino di contrattazione a tutti i livelli e che si “sbattano” ad aiutare chi è in difficoltà. Bisogna finirla con i Landini di turno pronti solamente a fare propaganda per se stessi sulla pelle di quei lavoratori ed ex lavoratori che lui vorrebbe soldati dello “scontro sociale”. Occorrerebbe, dunque, un sindacato forte, di uomini acculturati, coraggiosi e pronti al confronto serio con le istituzioni. Vabbè, utopia. Signor Luca, non disperi, conti su sé stesso e sulle sue capacità; forse provi con piccole aziende dove il valore persona è un po’ meno svilito.
Walter Borello
Conclave
Repole vuole essere Papa?
Il Cardinale Repole Roberto, Arcivescovo di Torino, auspica: “Costruiamo ponti, non barriere”. Lo disse già il Papa scaduto. Repole si sta allenando per fare il Papa?
Il Vecchio Tarlo
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