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Anniversari

Il pilota del Grande Torino che tutti hanno dimenticato

Pierluigi Meroni fu al comando dell’aereo che si schiantò a Superga il 4 maggio 1949: un eroe silenzioso, travolto dall’ingiustizia e dalla memoria corta della storia

Il pilota del Grande Torino che tutti hanno dimenticato

Tra i viali silenziosi e solenni del Cimitero Monumentale di Milano, riposa una figura avvolta dal silenzio della memoria collettiva: Pierluigi Meroni. Non compare su cartoline commemorative, né è ricordato nei manifesti celebrativi. Eppure, la sua storia è legata a una delle tragedie più drammatiche della storia dello sport italiano: la sciagura di Superga.

Meroni, milanese classe 1915, era il pilota dell’aereo che il 4 maggio 1949 si schiantò contro la collina di Superga, portando via con sé l’intero Grande Torino, la squadra che aveva fatto sognare un Paese intero nel dopoguerra. In un primo momento, si pensò che l’incidente fosse frutto di un errore umano. Per anni si è ritenuto che fosse stato Meroni, con una manovra errata, a condannare l’equipaggio e i passeggeri. Ma la verità, emersa successivamente, racconta tutt’altro.

Quel giorno, Meroni era stato tradito da un altimetro difettoso. Nonostante le migliaia di ore di volo alle spalle e l’esperienza maturata anche in tempo di guerra – testimoniata dalle quattro medaglie al valor militare – il destino si accanì con lui. Il malfunzionamento tecnico portò il velivolo a schiantarsi contro la basilica di Superga, avvolta dalla nebbia. Un errore non suo, ma della strumentazione. Eppure, il suo nome rimase nell’ombra, coperto dalle polemiche e dall’oblio.

A rendere ancora più beffarda la sorte, fu il destino di condividere, almeno nel cognome, la fama con un altro “Meroni” molto più celebre: Gigi Meroni, la Farfalla Granata, anch’egli scomparso tragicamente in giovane età. Così, ogni volta che il nome Meroni viene ricordato nel calcio italiano, la mente corre al fantasista del Torino, e non al pilota che fu protagonista, suo malgrado, dell’ultimo volo della squadra.

Pierluigi Meroni riposa oggi al Monumentale, accanto a un altro pilota caduto in servizio, il tenente Franco Cajani, morto nel 1942. Due uomini d’aria, due storie dimenticate che attendono ancora il giusto riconoscimento. Forse, visitare la loro tomba è un modo per restituire un po’ di giustizia a chi ha dato tutto, anche la vita, senza ricevere gli onori che meritava.

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