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Filiera piemontese

Auto, la sfida verde divide il Piemonte: produzione in calo del 70%, ma la transizione è (ancora) possibile

Allarme dell’Osservatorio Automotive: serve un cambio di passo su innovazione, competenze e politiche industriali

Auto, la sfida verde divide il Piemonte: produzione in calo del 70%, ma la transizione è (ancora) possibile

Un crollo del 70% nella produzione di autoveicoli a Torino nel 2024. Una filiera che appare spaccata tra innovatori e attendisti. E una transizione ecologica che, se non accompagnata da politiche adeguate, rischia di allargare il solco tra territori e imprese. L’evento ha rappresentato il terzo appuntamento del roadshow "Innovazione e Mercato: L’Ecosistema Automotive dal Panorama Nazionale agli Approfondimenti Locali", tenutosi il 5 maggio 2025 al Grattacielo della Regione Piemonte., promosso da Motus-E e dall’Università Ca’ Foscari Venezia tramite il CAMI - Center for Automotive & Mobility Innovation, con il coordinamento dell’Osservatorio sulle Trasformazioni dell’Ecosistema Automotive Italiano (OTEA).

Il Piemonte, un tempo locomotiva dell’automotive italiano, vive oggi una fase critica: oltre al calo produttivo, pesa l’incertezza sul futuro dello stabilimento Stellantis a Torino, aggravata dalle tensioni normative europee e da segnali ambigui dal mercato sui tempi dell’elettrificazione. Fulvia Zunino e Salvatore Cominu (IRES Piemonte) hanno rilevato che proprio per questi motivi il tessuto produttivo locale mostra livelli di “attendismo” superiori alla media nazionale, con imprese meno propense a innovare e a investire.

Tuttavia, la ricerca dell’Osservatorio TEA suggerisce che il comparto italiano, e quello piemontese in particolare, non è condannato al declino. Come spiegato da Francesco Zirpoli, direttore dell’Osservatorio e professore a Ca’ Foscari, “la crisi attuale deriva da dinamiche strutturali di lungo periodo, ma le imprese più resilienti sono quelle che puntano su innovazione tecnologica e internazionalizzazione”.

A preoccupare, però, è il calo degli investimenti in software e processi produttivi, le vere leve del futuro industriale. Il messaggio è chiaro: senza una strategia comune e realistica, capace di superare le false narrazioni sul Green Deal e la “neutralità tecnologica”, la filiera rischia di perdere la sfida globale. Il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, ha aperto l’evento sottolineando che “la sostenibilità deve essere garantita non solo per l’ambiente, ma anche per le aziende e le famiglie”. Un messaggio rilanciato anche dall’Assessore Andrea Tronzano, che ha ribadito il supporto regionale con misure su innovazione, credito, formazione e attrazione di investimenti.

Il Presidente Motus-E, Fabio Pressi, ha ricordato la centralità dell’automotive nella transizione energetica italiana, mentre il Dott. Giuseppe Calabrese, ricercatore del CNR, ha evidenziato il paradosso: “Le imprese investono poco nei settori a più alto potenziale, come software e innovazione di processo, e fanno ancora fatica a dialogare con il sistema finanziario”. Il Piemonte vanta un tasso elevato di laureati occupati nel settore automotive (oltre il 26%), ma la maggior parte è concentrata presso multinazionali Tier 1, lasciando scoperto il tessuto delle PMI. La polarizzazione si riflette anche sulla capacità di assorbire competenze specializzate, con carenze significative nei profili ad alta qualifica.

A discutere questi temi, un parterre di esperti e rappresentanti del mondo produttivo e istituzionale: Marco Gay (Presidente Unione Industriali Torino), Alberto Russo (Vicepresidente API Torino), Francesco Naso (Motus-E), Antonio Casu (Italdesign), Riccardo Graglia (Dumarey), oltre ai parlamentari Marcello Coppo (Camera, Commissione Lavoro) e Silvia Fregolent (Senato, Commissioni Ambiente e Industria). Tutti concordi nell’evidenziare l’urgenza di politiche industriali coordinate, strumenti di sostegno mirati, e un rinnovato patto tra imprese, università e pubblica amministrazione per guidare la trasformazione.

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