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IL FATTO
06 Maggio 2025 - 13:28
Sono le 4 e 30 del mattino e una ragazza di 22 anni sta camminando in corso Orbassano. Ha un appuntamento con un suo amico, devono trovarsi all'angolo con via Gorizia.
E' quasi arrivata quando le sembra che qualcuno la segue. Mancano poche decine di metri. Si volta all'indietro e vede che un uomo la sta seguendo. Accelera ancora. Lo fa anche lui. Lei comincia a correre: lo fa anche l'uomo. Che alla fine l'afferra per i vestiti, la butta in terra, comincia a toccarla ovunque. La ragazza cerca di urlare, l'uomo, intanto, le sta abbassando i pantaloni. Lui è una furia, lei non riesce a divincolarsi. Grida parole di aiuto. urla che attraggono l'attenzione di un barista, Rosario Rizzo: fa il turno di notte al bar di via Gorizia, il Delia, ex Primo Piano: l'unico locale aperto a quell'ora nei dintorni.
Nel frattempo, anche l'amico della ragazza, non vedendola arrivare e non ricevendo notizie, aveva deciso di andarle incontro. Arrivano entrambi sul posto, dove la giovane continua a cercare di opporsi a quell'uomo che ha chiaramente intenzione di violentarla, in mezzo alla strada. Rosario cerca di bloccare l'aggressore: ma l'uomo, un nordafricano di 30 anni, riesce a scappare. Intanto qualcuno si è affacciato dal balcone, attratto da rumori insoliti in quella che è una via considerata tranquilla e chiama il 112: sul posto arrivano carabinieri e un'ambulanza. La ragazza è sotto shock. Gli uomini dell'arma individuano il nordafricano: la giovane lo riconosce e cosi i carabinieri lo arrestano. Insieme hanno cercato di bloccare l’aggressore, che però è riuscito ad allontanarsi e a scappare. «Lei era terrorizzata. Ringrazio il cielo che quando è successo ero sulla porta a prendere un pò d'aria, fossi stato dietro il banco non avrei potuto sentirla urlare. Non me lo sarei perdonato» racconta il barman ai cronisti.
«E' la prima volta che mi succede una cosa del genere. I carabinieri sono arrivati veloci, l'hanno rintracciato in pochi minuti. E coraggiosa lei a riconoscerlo. Non posso credere che in un paese civile capitino cose del genere. Che paghi, per quello che ha fatto e per ciò che voleva fare».
Rosario racconta che inizialmente non aveva nemmeno capito da dove venissero quelle urla. Ha seguito la voce della ragazza che implorava aiuto, fino a girare l’angolo e trovarsi davanti la scena. «Fortunatamente l’aggressore non ha cercato uno scontro fisico. Ma so, di certo, che in qualche modo sarei riuscito a staccarlo da lei, neppure se fosse stato armato».
Rizzo dice di non sentirsi un eroe. «Ho fatto quel che andava fatto» conclude. Sui social, nei gruppi di quartiere, i residenti si dichiarano terrorizzati «Era una zona tranquilla. Era una città tranquilla, Torino».
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