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IL FATTO

Cpr di Torino, dimezzata la capienza dopo la rivolta

E intanto i migranti continuano ad arrampicarsi sul tetto. Devastato il Centro

Cpr di Torino, dimezzata la capienza dopo la rivolta

Dopo la rivolta dello scorso venerdì notte (quando l’area bianca è stata incendiata da alcuni migranti detenuti) la capienza del Cpr in corso Brunelleschi è dimezzata. Dei 57 detenuti, ne resteranno solo 30 all’interno della struttura gestita dalla cooperativa Sanitalia. Sono passati due mesi dalla riapertura del Centro: macerie, incendi, proteste e metà del Cpr è distrutto. Lo scorso 1 maggio un gruppo di ristretti aveva ingaggiato una sommossa, 4 migranti feriti - tra cui un 28enne marocchino che è riuscito a evadere: era stato trasportato presso l’ospedale Martini per un ricovero e da lì si è dato alla fuga facendo perdere le sue tracce. Fatto sta che la prima sommossa ha visto la devastazione dell’area denominata “viola” mentre quella dello scorso venerdì ha distrutto quella “bianca”. Resta utilizzabile un’ultima area, la “blu”.

Così ieri sono cominciati i trasferimenti dei detenuti, alcuni sono stati mandati a Potenza, altri verranno collocati in Puglia. Niente viaggi verso l’Albania. La situazione all’interno è tesa: gli “ospiti” lamentano una condizione difficile, senza la possibilità reale di poter comunicare con l’esterno e porzioni di vitto scarse. Ieri l’ennesimo presidio dei centri sociali fuori dalle mura del Centro: un uomo all’interno si è arrampicato sul tetto e ha cominciato a urlare. La notte di venerdì altri due avevano seguito lo stesso copione e uno di questi, cadendo, pare si sia rotto un arto.

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