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Il caso

«Licenziato per ripicca»: dipendente Gtt sul lastrico

L’accusa, senza prove, è l’appropriazione indebita di due filtri per autobus dal valore di 16 euro

«Licenziato per ripicca»: dipendente Gtt sul lastrico

«Licenziato per ripicca»: dipendente Gtt sul lastrico

Neanche mezzo richiamo in tutta la vita. E in sordina arriva il licenziamento: appropriazione indebita. Due parole che stravolgono per sempre la vita di Antonio - nome di fantasia -, il 48enne che il 19 marzo 2025 - dopo ben 28 anni di servizio come manutentore presso Gtt - ha prestato il suo ultimo giorno di lavoro. Non una contestazione disciplinare, o un richiamo, ma direttamente il licenziamento. «Era la Festa del papà. Mi hanno messo in aspettativa. Quando i miei figli mi hanno fatto gli auguri a me veniva voglia di piangere», ha dichiarato l’uomo a La Repubblica. Antonio, infatti, avrebbe due figli da mantenere, di 12 e 15 anni, una moglie, un mutuo, bollette. Insomma, scadenze e incombenze come tutti, che da oggi per lui diventano un incubo: «Così mi rovinano. Non si può cacciare la gente così», dice.

Una decisione, presa sulla scorta di un’ispezione che avrebbe attestato la mancanza di due filtri autobus dal valore commerciale di circa sedici euro, nel magazzino di corso Tortona in cui l’uomo lavorava. Senza un contraddittorio e senza alcuna dimostrazione del fatto. «Si parte da un accertamento tecnico fallace. In più riprese in contrasto con il diritto a un contraddittorio e alla difesa», spiega Roberto, il consulente fiduciario di Togest assistance, a cui Antonio si è rivolto per gli aspetti tecnico-peritali. «Ci siamo accorti che è una presa di posizione personale. Il furto è inventato di sana pianta», aggiunge il consulente. 

Tre anni prima, infatti, Antonio aveva acquisito - non senza mettere in mezzo avvocati - il cosiddetto “parametro 170”, con cui gli venivano riconosciute specifiche competenze tecniche e un migliore inquadramento. «Gtt ha dovuto pagarmi gli arretrati. In più sono entrato nella Faisa Cisal e sono un dirigente sindacale. Chiedevo adeguamenti salariali per i colleghi. Forse ho dato fastidio», ha raccontato. 

Più che per il furto, infatti, la sensazione è che si possa trattare di una ritorsione bella e buona. Dalla decisione ad Antonio risulta ancora impossibile accedere agli atti. Gtt per il momento non rilascia dichiarazioni, ma il sindacato Faisa Cisal, nel frattempo, ha avuto diversi contatti con l’azienda. Prima con il nuovo Ad, Guido Mulè, «che ha mostrato un atteggiamento diverso, un minimo di apertura», racconta il segretario Faisa Cisal Michele Schifone - e poi, oggi pomeriggio, con il responsabile del personale. «Spiace che questo provvedimento avviato con la vecchia ad coinvolga inevitabilmente l'attuale, che non ha potuto fermare la cosa», aggiunge, dopo l'incontro.

Nessun dietrofront, quindi, da parte del Gruppo e con molte probabilità si dovrà proseguire impugnando il licenziamento. Intanto, anche in Comune si chiederà conto della decisione presa, a seguito di un’interpellanza depositata pochi giorni fa dal consigliere della Lega Giuseppe Catizone.

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