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Sanità & Politica
27 Maggio 2025 - 18:31
Multe per chi prenota le visite mediche e poi non si presenta e il ritorno delle prestazioni di sera e nei weekend. A patto di trovare i fondi. È questa la sintesi di un doppio “question time” che ha riguardato l’assessore regionale alla Sanità, Federico Riboldi, nella giornata di oggi: in primo piano, l’annosa questione delle liste d’attesa.
Perché che ci vogliano «tre anni per le cataratte» lo dice Riboldi stesso, ma anche in consiglio regionale l’opposizione Pd fa questo elenco: alle Molinette 296 giorni di attesa per una prima visita cardiologica, 198 per una mammografia, 364 per una visita oculistica; un anno di attesa per una visita dermatologica, 255 giorni per una gastroenterologica e 302 giorni per una pneumologica al Regina Margherita; 277 giorni di coda per una mammografia al Sant’Anna.
E il tema è caldo. Il primo momento di confronto per Riboldi è stato all’incontro dell’associazione Dumsedafe, dove l’assessore ha ribadito le linee guida del suo piano sanitario. E annunciato la questione “multe”: «Già oggi chi non si presenta paga lo stesso il ticket. Io glielo raddoppierei». E se era stata positiva la sperimentazione di due mesi delle prestazioni aggiuntive la sera e nei weekend, con 50mila prestazioni recuperate, adesso l’intenzione è ricominciare: «A giugno faremo il punto e studieremo i tempi - spiega l’assessore -. Ma saranno prestazioni mirate, su specialità o patologie specifiche». Le “più richieste”, diciamo. O, come nel caso di quelle oculistiche, quelle dove la mancanza di specialisti o specializzandi rende tutto complicato.
Poi, il question time vero e proprio è arrivato in consiglio regionale. E qui sono venuti fuori i costi della sperimentazione (e il motivo per cui occorre tarare il sistema). «Polverizzati in due mesi o poco più. Ecco che fine hanno fatto i fondi aggiuntivi - 20 milioni - annunciati dal presidente Cirio e l’assessore Riboldi finalizzati alla riduzione delle liste d’attesa» spiega il consigliere Pd Domenico Rossi. «Purtroppo l’assessore ha confermato che i fondi sono esauriti e che per ora sono in corso interlocuzioni con il ministero e con gli uffici del bilancio per individuare nuove risorse che, però, a oggi non ci sono».
Riboldi, sempre a Dumsedafe, ha spiegato che la sua visione è quella di una ottimizzazione del servizio che consenta di riportare risorse là dove servono. Per quanto riguarda la ripresa estiva delle prestazioni aggiuntive, «partiamo dalle dieci prestazioni che registrano maggiori ritardi, con l’obiettivo di scendere da un anno a sei mesi di attesa. Lo facciamo con la contezza di numeri alla mano», dati elaborati dalla control room (con l’impiego dell’AI) al ventiquattresimo piano del Grattacielo della Regione.
Dal 2026, inoltre, la speranza di risolvere alcune criticità delle prenotazioni è affidata alla nuova App del Cup: «Con un click si potrà effettuare o cancellare la prenotazione. E così, con un meccanismo semplificato, non ci saranno più scuse per chi non si presenta».
Mentre, nell’interrogazione della consigliera Pentenero, Riboldi ha dovuto affrontare la questione della riduzione delle spese in sanità: «Attendo di essere convocato in Commissione, per spiegare le politiche di riduzione della spesa improduttiva, un risparmio che non riguarda la spesa relativa alle prestazioni sanitarie». I costi della distribuzione dei farmaci, per esempio, «verranno sensibilmente ridotti con una organizzazione mirata di logistica sanitaria; gli sprechi di confezionamento dei farmaci anche, grazie al ricorso globale al “deblistering”; le voci locatizie non strettamente indispensabili, con taglio dei relativi canoni in scadenza o risolvibili; attenzione pure alle spese energetiche di ciascuna Azienda sanitaria, per individuare gli sprechi».
«Infine, obiettivo ambizioso - ha concluso l’assessore - è quello di incidere in misura sostanziosa sul fenomeno della mobilità passiva, che verrà combattuta attraverso la costruzione dei nuovi Irccs e precisamente: Centro trapianti presso la Città della salute di Torino, nefrologia e Centro di coordinamento delle malattie rare Asl di Torino, Ospedale Regina Margherita, San Luigi di Orbassano e Aou di Novara e Alessandria».
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