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IL FATTO

Rapine in monopattino: 3 casi in una settimana. Nel mirino gli anziani - IL VIDEO

I colpi presentano tutti lo stesso schema

Rapine in monopattino: 3 casi in una settimana. Nel mirino gli anziani

È mezzanotte quando Aldo sta tirando su la serranda del suo laboratorio di panificio in via Cimarosa. Le telecamere delle attività adiacenti riprendono da qualche minuto due ragazzi in monopattino che fanno avanti e indietro lungo la strada. Poi il monopattino con i due a bordo, si ferma per pochi secondi a qualche metro dal panificio. Uno dei due, quello che era dietro, scende e cammina a passo spedito verso il panificio. Nelle immagini, come si vede, afferra Aldo da dietro, cercando di strappargli la catenina dal collo. Aldo reagisce, ne nasce una colluttazione rapida. Aldo è disteso sull’asfalto, è appena stato rapinato: quel malvivente gli ha portato via una collana, un ricordo a lui caro perchè regalo di un parente mancato qualche anno fa.


L’uomo ha la forza di chiamare sua figlia, Daniela, che si trova fuori Torino. Lei chiama il 112 e le forze dell’ordine mandano un’ambulanza. Aldo è scosso quando arrivano i sanitari: non solo per lo spavento, ma perché ha un attacco di cuore, sembra un infarto. L’ambulanza lo carica e sfreccia verso il pronto soccorso del Giovanni Bosco. Aldo ha diverse ferite: mani, naso, ginocchia; una spalla rotta e, soprattutto, è vittima di un attacco cardiaco.
Intanto la polizia, con due volanti del Commissariato Dora Vanchiglia, è sul luogo della rapina, ma i due malviventi sono riusciti a fuggire. Daniela arriva al pronto soccorso e vive ore di pura tensione. Le spiegano che finché non riescono a stabilizzare la situazione cardiovascolare del padre, non potrà essere operato.
Il quartiere è sotto shock. «Aldo lo conoscono tutti, a lui associano il profumo del pane appena sfornato», racconta un abitante.


Monopattini e rapine, vittime gli anziani: una serie
«Una settimana fa, in corso Giulio Cesare», ricostruisce un uomo, «una signora, avrà avuto 80 anni, è stata buttata a terra da due magrebini con il monopattino. Uno di loro aveva le scarpe arancioni e i capelli ricci». Anche il ladro che ha rapinato Aldo indossava scarpe arancioni, come si vede nei video, dove appare abbastanza nitido: capelli folti, ricci, scuri, maglia di una squadra calcistica e un tatuaggio sul braccio. Ma non è finita. Sempre in corso Giulio Cesare, poche sere fa, durante un blackout, una coppia di anziani sulla settantina è stata rapinata di una collana davanti a una farmacia, quasi all’ora di cena. «Erano due ragazzi, arabi, a bordo di un monopattino», ricostruisce un esercente che ha assistito alla scena. «È stato questione di attimi».


Sono dunque tre gli episodi di rapina a opera di magrebini su monopattino ai danni di anziani nell’ultima settimana.
E ancora, la settimana precedente i carabinieri avevano arrestato un italiano di 60 anni, che per strappare una collanina a una donna, classe 1942, l’aveva buttata a terra prima di fuggire: in tasca aveva un gosso paio di forbici. Poi è scappato. L’uomo, già noto alle forze dell’ordine, è stato trovato ed è finito in carcere.
Sequestrata in negozio
Giovanna, estetista, racconta di essersi trovata sequestrata nel suo negozio pochi giorni fa: «Era orario di pranzo, ero nel retro a prepararmi un panino». Le mani tremano mentre continua: «È entrato un ragazzo giovane, sudamericano. Appena mi sono avvicinata alla porta per chiedergli di andarsene sono arrivati due marocchini. Sbattevano contro la porta, gli urlavano di uscire. Lui urlava a sua volta, li separava solo il vetro del negozio, temevo che sfondassero».
Giovanna prosegue: «Uno di loro, di quelli fuori, aveva in mano un coltellaccio dal manico bianco, con lama lunga. Poi qualcuno si è affacciato dai balconi. Le urla hanno spaventato i due che se ne sono andati. Lì il sudamericano è uscito. Pochi istanti dopo è arrivata la polizia che, raccolte le informazioni, si è messa a caccia dei due marocchini».


La mamma cacciata dai pusher
E di terrore racconta anche Paola «stamani stavo camminando sul marciapiede, mio figlio nel passeggino» attacca la donna «uno di quei nigeriani che stanno fermi all’angolo di via Sandigliano mi si è parato davanti chiedendomi cosa volessi. Io non volevo nulla. Mi ha detto che quell’angolo e loro, mi ha insultata pesantemente. Sono scappata via».


Secca Verangela Marino, la capogruppo di FdI nella Circoscrizione 6: «Episodi che non sono tollerabili. È assurdo che un anziano non sia più libero di farsi una passeggiata o semplicemente scendere al bar a prendersi un caffè perché anche durante le ore del giorno si rischia di essere aggrediti e rapinati». Marino, contattata da Daniela, era davanti al panificio poco dopo l’aggressione ai danni di Aldo «Mentre una schiera politica di sinistra pensa a svolgere un referendum per dare la cittadinanza a chiunque, forse non si è reso conto che la situazione è oramai una bomba a orologeria. A chi fa comodo tutto questo?»

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