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IL CASO
23 Giugno 2025 - 17:40
Doveva essere un tranquillo viaggio in treno verso il mare, si è trasformato invece in un episodio spiacevole che ha coinvolto una madre, sua figlia di tre anni e un controllore di Trenitalia. È successo su un convoglio partito da Torino Porta Nuova e diretto a Finale Ligure. «Sono le 8.25 quando saluto mio marito al binario e salgo sul treno», racconta Claudia, la madre protagonista della vicenda. Con sé ha la sua bambina e uno zaino con l’essenziale per trascorrere qualche giorno di vacanza. Poco dopo la partenza, la piccola inizia a piangere: «Sentiva la mancanza di suo padre. Così mi sono seduta e l’ho presa in braccio appoggiando lo zaino sul sedile accanto».
Claudia aveva acquistato due biglietti, uno per sé e uno per la bambina, nonostante per regolamento i minori di sei anni possano viaggiare gratuitamente se tenuti in braccio. «Sotto i sei anni viaggiano gratis, ma solo se stanno in braccio ai genitori. Così ho acquistato il ticket anche per lei, per poterla far sedere».Ma l’arrivo del controllore cambia l’atmosfera. «Mi ha detto che dovevo togliere lo zaino, per liberare posto a chi voleva sedersi. Ho mostrato all’uomo i miei biglietti, ma non è cambiato nulla. Ha continuato a dirmi che allora potevo tenere la piccola in braccio tutto il viaggio, cosicché il posto a sedere potesse essere occupato da chi in quel momento ne avesse avuto bisogno». Il treno non era affollato, tiene a precisare la donna: «Se vi fosse stata la necessità di far sedere un anziano, una donna in difficoltà o qualcuno che ne avesse avuto la necessità, non avrei esitato a farlo». I toni del controllore, secondo Claudia, sono stati tutt’altro che cortesi, tanto che anche altri passeggeri presenti in carrozza hanno iniziato a bisbigliare e commentare l’accaduto. Alla fine, la bambina è rimasta in braccio alla madre per il resto del viaggio.
Una volta arrivata a destinazione, Claudia si è rivolta al suo legale, l’avvocato Andrea Cagliero, che ha inviato una PEC a Trenitalia chiedendo il rimborso del biglietto della bambina e stigmatizzando il comportamento dell’addetto. «Un atteggiamento deplorevole, ingiustificato: non solo legalmente, in quanto il biglietto della minore era stato acquistato, ma il suo comportamento ha violato anche quelle che sono le regole di buonsenso», ha dichiarato il legale. Trenitalia ha replicato qualche ora dopo e si è scusata «anzitutto con la signora Claudia ma soprattutto con la piccola, che ha tutto il diritto di star seduta sulle gambe della propria mamma o, se e quando ritiene, sul sedile accanto.
L’incomprensione tra la signora Claudia e il nostro personale di assistenza è stato dettato prevalentemente dallo zelo di quest’ultimo nel tentativo di supportare una passeggera, appena salita nelle medesima carrozza, con difficoltà motorie a trovare quanto prima una sistemazione comoda per il proprio viaggio. Poiché il vagone era pieno e molti posti occupati da borse e zaini, il nostro personale ha erroneamente creduto che anche il posto della bambina fosse libero».
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