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il caso

Chiude la gelateria che ha cacciato i pusher: «Il quartiere non ci merita. Lascio dopo 7 anni»

Lo sfogo di Silvia Wdowiak, dal 2018 titolare di CasaClara a Borgo Vittoria: «Credevo in questo posto, ma ora non ha più senso»

Chiude CasaClara, gelateria aperta nel 2018 in via Stradella

Chiude CasaClara, gelateria aperta nel 2018 in via Stradella

Il dehors brulica di clienti, tra uno spritz e un gelato, al tramonto durante la festa di San Giovanni. Eppure sette anni fa, in via Stradella c’erano gli squatter. “Delta house”, si chiamava l’edificio occupato dagli antagonisti da cui oggi fuoriescono coni, coppette e granite. E poi c’era la droga, che scorreva a fiumi. «La Spina reale era il regno dello spaccio, qui le bande si contendevano il controllo del territorio, nessuno avrebbe mai aperto in questo luogo», rammenta Silvia Wdowiak, 49 anni, polacca di Danzica, dal 2018 titolare di CasaClara, gelateria caffetteria pluripremiata, anche dal prestigioso Gambero rosso, al 187 di via Stradella. Ora dopo sette anni, tanti sacrifici e soldi scuciti, persino una “pasionaria” come Silvia getta la spugna. CasaClara chiude i battenti. Un post social, il suo, che ha scatenato il putiferio: «Alla fine di questa stagione, CasaClara chiuderà. Lo scrivo con il cuore a pezzi, ma con la mente lucida. Ho dato tutto: soldi, tempo, amore, anima. Ho creduto in un progetto che parlava di bellezza, cultura, incontro e rispetto. Un presidio di luce in mezzo al buio. Ma a quanto pare, la luce qui non interessa a nessuno. Vi meritate il degrado, gli spacciatori, l’abbandono, il rumore, il buio».

Uno sfogo perché, a quanto pare, il quartiere in un “avamposto” come il suo non crede più. «Da quando sono arrivata in Italia 28 anni fa - spiega Silvia Wdowiak - non ho mai lasciato Borgo Vittoria. Ho fatto tanti lavori, ho studiato, ho investito molto denaro. Ho aperto CasaClara in via Stradella quando avrei potuto farlo in centro, guadagnando molto di più. Ma credevo in questo quartiere». Dopo lo sgombero di “Delta house”, l’edificio prima casa degli squatter è stato messo a bando. «Per subentrare ho dovuto sborsare 75mila euro, me li aveva prestati il mio compagno, non ho potuto nemmeno chiedere un finanziamento - racconta Silvia - e quando ho aperto la gelateria c’era spaccio di droga ovunque, alla sera il comitato di zona faceva le “camminate” sulla Spina perché regnava l’insicurezza».

Pian piano, CasaClara è diventata più di una gelateria. Era un presidio, con le luci che quando si accendevano scacciavano i pusher. Sono arrivati premi a volontà, senza dimenticare le iniziative benefiche grazie a collaborazioni con Asl e Casa Ugi, solo per citarne alcuni. Tra i clienti della gelateria c’era Mirko, il bimbo malato di tumore per cui, nel 2023, i supereroi si mobilitarono con una mega-adunata al Regina. E la politica? L’ex sindaca Appendino, oggi deputata, spesso fa una capatina in via Stradella.

Ma tutte le storie prima o poi finiscono. O forse no. «Il mio è un grido d’aiuto, che spero qualcuno accolga - sottolinea Silvia Wdowiak - perché CasaClara non deve chiudere. Ma questo quartiere evidentemente non ci vuole, i miei camerieri si prendono gli insulti, i prezzi per qualcuno sono alti. Aiuti? Nessuno. Né sgravi quando c’è stata la riqualificazione di corso Grosseto, né con il Pnrr. E allora a fine estate lascio. E se lo faccio, qui nel giro di una settimana torna il degrado».

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