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IL CASO
06 Luglio 2025 - 20:44
Pietro Costanzia di Costigliole, per tutti “Il Conte”, condannato a 12 anni di reclusione per tentato omicidio. Ha colpito, tranciandogli una gamba, con un machete Oreste Borelli, 23 anni, residente a Mirafiori. Voleva ucciderlo. È quanto emerge dalle motivazioni della sentenza, depositate cinque settimane dopo la condanna: lo voleva morto, per una questione d’onore e per amore. La vicenda ha fatto il giro del mondo, complice la figura di Costanzia, nobile di origini spagnole. L’avvocato difensore, Wilmer Perga, ha commentato così l’esito del processo: «Sentenza sproporzionata perché non tiene conto del risarcimento: sembra si sia voluto comminare una pena esemplare». Borelli, oggi vive con una protesi, ha ricevuto 200mila euro di risarcimento. Dietro l’aggressione, una dinamica che ricorda Scarface. Pietro nei panni del boss Frank Lopez, Oreste come Tony Montana. Borelli voleva soffiargli due cose: la piazza e la donna. Claudia, la ragazza contesa. A lei, Borelli avrebbe inviato foto delle sue parti intime. Ma Oreste una fidanzata ce l’aveva già: Federica. Si era dedicata a lui, chiedeva soldi al lavoro da dargli, inventava storie, tutto per aiutarlo. Anche se la nonna già gli dava una “paghetta per comprare il gelato” da 1400 euro. Oreste era uscito da un percorso in comunità per la dipendenza da cocaina. Ma aveva ricominciato. La nonna sapeva, come ha ammesso in aula con la stessa disapprovazione che si riserva a chi rifiuta le verdure. I soldi, però, continuava a darglieli. Quando non bastavano più, Borelli ha iniziato a fare “la cresta” sulla droga del Conte. Non si limitava a usarla: la spacciava. Costanzia teneva tutto in una valigia sotto al letto: soldi, cocaina, giornali per adulti e quel machete che è diventato il simbolo della vicenda. Dopo l’aggressione, molti giovani hanno iniziato a girare armati allo stesso modo. E qualche nonna ha cominciato a chiedersi quanti soldi per il gelato servissero davvero ai nipoti.
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