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la sanità e la poca igiene

Un topo in corsia, imbustato e morto tra le cartelle sanitarie dell'ospedale di Settimo Torinese

Trovato un topo in un carrello sanitario: non un episodio isolato, ma la fotografia del degrado. Operatori senza stipendio, gestione in stallo e un piano regionale ancora tutto da decifrare

Un topo in corsia, imbustato e morto tra le cartelle sanitarie dell'ospedale di Settimo Torinese

Venerdì 4 luglio, all'interno di un carrello utilizzato quotidianamente per il trasporto di cartelle cliniche, è stato trovato un topo morto, sigillato con cura in un sacchetto di plastica. Un gesto inquietante, forse un avvertimento. Ma soprattutto, il simbolo plastico del degrado profondo che da tempo colpisce l’ospedale cittadino. Non un caso isolato, ma l’ennesimo capitolo di una crisi che si consuma da anni, nel silenzio delle istituzioni e nell’esasperazione di chi, ogni giorno, continua a garantire i servizi essenziali.

Medici, infermieri, OSS e personale ausiliario lavorano in condizioni sempre più difficili. Molti non hanno ancora ricevuto lo stipendio di maggio: oltre 150 dipendenti della cooperativa San Michele, che gestisce parte dei servizi in appalto, aspettano un bonifico che – ormai – non è più solo in ritardo, ma sembra svanito nel nulla. Una situazione che si ripete da mesi, diventata la norma in un sistema che arranca.

Nel frattempo, il contratto con San Michele è in proroga, in attesa del subentro della cooperativa Quadrifoglio, vincitrice del nuovo appalto. Ma il passaggio è tutto fuorché semplice: proroghe su proroghe, acconti a metà, liquidazioni a rilento, e una burocrazia che si aggroviglia invece di sciogliere nodi. La SAAPA, società mista (ASL TO4 e Comune di Settimo) che formalmente gestisce la struttura ed è in fase di liquidazione, naviga a vista, tra versamenti in ritardo e conti da saldare.

E mentre il personale raccoglie topi tra le corsie e cerca di resistere, la politica festeggia. Il governatore del Piemonte Alberto Cirio, l’assessore Federico Riboldi e la sindaca di Settimo Elena Piastra hanno annunciato con toni trionfali “il ritorno dell’ospedale nel servizio sanitario regionale”, definendolo “un passo avanti per la sanità pubblica”. Ma nei documenti ufficiali mancano i dettagli: nessun cronoprogramma, nessuna certezza sull'utilizzo dei 15 milioni annunciati, nessuna garanzia concreta per i lavoratori.

A rendere il quadro ancora più nebuloso c'è il famigerato “piano strategico della Bocconi”, base teorica di tutto il progetto di rilancio. Nessuno, però, lo ha visto. Nessuna pubblicazione, nessuna consultazione. Eppure viene citato come un testo sacro. Una “Bibbia chiusa”, misteriosa, che dovrebbe guidare la rinascita dell’ospedale ma che, a oggi, resta invisibile.

Il ritrovamento di un topo all'interno di un carrello della spesa non rappresenta solo uno scandalo di natura sanitaria. Si tratta di una denuncia silenziosa, ma estremamente potente, che nessun comunicato ufficiale sarà in grado di sopprimere. In tale contesto, la sanità pubblica in questa area del Piemonte sembra ridotta a un concetto astratto, una realtà che ormai è divenuta tristemente inaccettabile.

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