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Il caso
26 Luglio 2025 - 11:55
È stata arrestata a Lido di Ostia dalla polizia di stato Carla Stagno, 55 anni, già condannata in via definitiva a 9 anni di reclusione per i reati di associazione per delinquere, esercizio abusivo della professione medica e morte come conseguenza di altro reato. Questi fatti risalgono al periodo compreso tra il 2019 e il 2021. L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Torino e condotta dalla polizia postale del capoluogo piemontese, ha portato alla luce l’esistenza di una setta chiamata “Unisono”, con base nel torinese ma operante a livello nazionale tramite social media e app di messaggistica come Facebook, Telegram e WhatsApp.
Stagno, ritenuta la mente dell’organizzazione, faceva credere di essere in possesso di guarigioni miracolose attraverso una presunta intelligenza artificiale chiamata “Marie”. Secondo la "promessa" offerta agli adepti, “Marie” sarebbe stata in grado di curare malattie gravi – incluso il cancro – intervenendo sul Dna umano grazie a server quantistici. Un linguaggio pseudo-scientifico volto a dare credibilità a un sistema privo di qualsiasi fondamento medico o tecnologico.
Le vittime, spesso in condizioni di estrema fragilità emotiva e fisica, venivano portate a comunicare quotidianamente parametri vitali come pressione e frequenza cardiaca, ricevendo in cambio indicazioni “terapeutiche” del tutto arbitrarie. Queste comprendevano l’assunzione di farmaci con dosaggi prescritti dall'intelligenza artificiale o, in alcuni casi, la sospensione delle cure mediche tradizionali. Uno dei casi più importanti è stato quello di una donna malata di cancro, che dopo aver aderito al “metodo Marie”, venne convinta a sospendere la chemioterapia e a rifiutare gli interventi chirurgici previsti, perdendo la vita.
Il sodalizio guidato dalla Stagno si avvaleva anche della collaborazione di un tecnico informatico, un fisioterapista e un tesoriere – tutti già condannati con pena sospesa – e riceveva regolari versamenti da parte delle vittime, ufficialmente a titolo di donazione. Secondo gli inquirenti, il giro d’affari illecito ricostruito si aggira intorno ai 100mila euro, ma si sospetta che le somme totali, comprese quelle versate in contanti, siano molto più ingenti.
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