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Le reazioni

Guerriglia in Valsusa, le dure reazioni dei politici torinesi: "indegno di un Paese civile"

Nel mirino il festival Alta Felicità. Le ripercussioni sul turismo di luglio

Guerriglia in Valsusa, le dure reazioni dei politici torinesi: "indegno di un Paese civile"

Quanto accaduto in Valsusa ha scatenato le reazioni dei politici torinesi. A cominciare dal senatore di Forza Italia, Roberto Rosso: «Quanto accaduto è di una gravità estrema. Mezzi dati alle fiamme, lavoratori costretti ad abbandonare il cantiere sotto attacco, container incendiati, forze dell’ordine bersagliate con pietre e bombe carta: uno scenario indegno per un Paese civile», ha commentato Rosso.

Dura anche la vicepresidente regionale Elena Chiorino: «Ancora una volta una frangia estremista del movimento No Tav ha dato prova del proprio volto reale: quello della violenza, del disprezzo per la legalità, dell’odio verso lo Stato. Sono atti criminali, veri e propri attacchi contro chi ogni giorno lavora per garantire sicurezza e sviluppo a questo territorio. A questi professionisti del disordine va tolta ogni forma di giustificazione. La sinistra - ha affermato Chiorino - prenda le distanze in modo netto e senza ambiguità da chi fomenta l’illegalità e semina violenza».

«La Valsusa è l’unica valle bloccata in Europa di sabato a fine luglio, quando i turisti di tutta Europa vengono in Italia o se ne ritornano nei loro Paesi perché ai No Tav viene concesso tutto, ad esempio organizzando un festival che serve a raccogliere e a far divertire chi si oppone a un’opera che il Parlamento per ben due volte ha votato come strategica», ha detto Mino Giachino, ex sottosegretario ai Trasporti. «Vogliamo capire perché una consistente parte politica continua per il solo consenso elettorale a sostenere questi personaggi che hanno violentato la libertà dei cittadini di visitare la Val di Susa», sottolinea il segretario generale provinciale del Fsp, Luca Pantanella.

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