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LO STUDIO
28 Luglio 2025 - 19:55
Una nuova tecnologia rende più sicuri e meno invasivi i trattamenti oncologici con ipertermia a microonde.
L’ipertermia a microonde è una tecnica che aiuta a curare i tumori riscaldando le cellule malate tra i 42 e 44 °C. Questo calore speciale rende la chemioterapia e la radioterapia più efficaci, oppure permette di usare dosi più basse mantenendo gli stessi risultati. Il problema è che, per ora, controllare la temperatura durante il trattamento è difficile: si usano termometri invasivi, cioè sonde inserite nel corpo, che creano fastidio e danno informazioni limitate solo su pochi punti. Altre tecnologie più avanzate, come la risonanza magnetica (MRI), sono molto costose e difficili da usare regolarmente.
Un importante passo avanti nel settore è rappresentato dallo studio condotto dal Politecnico di Torino insieme a Fondazione LINKS e pubblicato recentemente sulla prestigiosa rivista Nature Communications. Lo studio “Real-time 3D temperature reconstruction in microwave cancer hyperthermia from scarce temperature measurements” introduce un nuovo metodo per il monitoraggio della temperatura che promette ai pazienti minore invasività durante i trattamenti di ipertermia oncologica a microonde: alla ricerca, guidata da Giuseppe Vecchi, docente presso il Dipartimento di Elettronica e Telecomunicazioni-DET del Politecnico, hanno partecipato Rossella Gaffoglio, Giorgio Giordanengo, Marco Righero, Marcello Zucchi e Giuseppe Musacchio Adorisio, ricercatori presso la Fondazione LINKS, e Aurora Bellone, Maryam Firuzalizadeh, Alberto Vallan e Guido Perrone, rispettivamente studentesse di dottorato e docenti presso il Dipartimento di Elettronica e Telecomunicazioni-DET del Politecnico.
Grazie a questa tecnologia, si può monitorare in tempo reale e con precisione la temperatura dell’intera zona trattata, misurandola solo in pochi punti e senza inserire sonde invasive. Prima del trattamento, si creano simulazioni al computer personalizzate per ogni paziente. Durante la cura, un algoritmo usa queste simulazioni insieme a poche misure di temperatura reali per stimare la temperatura in tutta l’area interessata.
Questo metodo rende i trattamenti più sicuri, evitando il rischio di eccessivo riscaldamento delle zone delicate del corpo, come il midollo spinale. Inoltre, la parte più complessa del lavoro al computer viene fatta prima della terapia, così il monitoraggio è veloce e può essere fatto in tempo reale. I risultati sono molto promettenti e aprono la strada a futuri studi clinici.
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