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Tossic Park
18 Agosto 2025 - 18:56
Fanno la spola tra piazza Bengasi e il giardino Corpo italiano di Liberazione, ma che tutti conoscono più semplicemente come il "laghetto di Italia '61". Un ampio rettangolo verde, con tanto di area giochi per i bambini e arredi urbani per fare attività fisica. Ma quel luogo da settimane è diventato anche uno degli epicentri della distribuzione e del consumo di sostanze stupefacenti.
In pieno giorno, intervallati da gruppi di signore dedite alla camminata sportiva, o ai ciclisti di passaggio, o ai pensionati seduti a chiacchierare sulle panchine al fresco dei suoi alberi, ci sono anche i pusher. Muniti di monopattino e qualche dose badano all'approvvigionamento silenzioso e organizzato dei loro clienti.
Un problema che sembra avere “traslocato” in quel posto, a poche centinaia di metri rispetto a prima, soprattutto da quando l'ordinanza che istituiva le zone a vigilanza rafforzate - le cosiddette "zone rosse" - è stata estesa anche a piazza Bengasi, lo scorso marzo.
Oggi quello che avviene intorno al laghetto è cosa nota alle istituzioni, tanto che nel nuovo piano di videosorveglianza del Comune, che coprirà le zone più a rischio della città «l'80 per cento delle telecamere sarà in Circoscrizione 8». Ad affermarlo è il presidente della Otto Massimiliano Miano, che sottolinea anche come il problema sia stato individuato e attenzionato. «Le forze dell'ordine passano tutti i giorni, spesso in borghese», dice.
È notizia dello scorso giugno, infatti, che la Città si sarebbe dotata di un'ulteriore schiera di occhi elettronici «per rispondere a una necessità di maggior presidio del territorio», aveva spiegato l'assessore alla Sicurezza Marco Porcedda dettagliando il piano. Ventitrè nuove telecamere (di cui venti tra Lingotto, Nizza Millefonti, San Salvario e Italia '61) di ultima generazione. Installate a partire dal prossimo gennaio ed entro la metà del 2026. Per una spesa di circa 250mila euro (copertura fornita tramite finanziamento ministeriale), che permetterà un monitoraggio delle aree “calde” della città sia in tempo reale che a posteriori.
«La problematica è stata da noi riportata ed affrontata in sede di Comitato per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica, presieduto dal prefetto - assicura Porcedda - e come Città abbiamo rappresentato la crescente preoccupazione dei cittadini della zona, chiedendo una maggiore intensificazione delle attività di controllo».
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