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l'inchiesta

Lavori in nero durante il servizio: otto poliziotti a rischio processo

Gli agenti facevano gli imbianchini, i giardinieri e i decoratori. Il sindacato: «No alle condanne anticipate»

Otto agenti a rischio processo per falso, false attestazioni, truffa e peculato

Otto agenti a rischio processo per falso, false attestazioni, truffa e peculato

Giardinieri, imbianchini e non solo. Era il secondo lavoro dei poliziotti, con le indagini che si sono chiuse (il fascicolo era in mano al sostituto procuratore Giovanni Caspani) a carico di otto agenti del Reparto mobile di via Veglia. Tra febbraio e ottobre 2024, hanno truccato i fogli delle presenze addebitando straordinari mai eseguiti e usato mezzi di servizio per scopi privati. Smaltendo ad esempio rifiuti o rottami ferrosi durante il servizio, facendo lavori di giardinaggio, ristrutturazioni o traslochi. E c’è chi ha usato i furgoni della polizia per caricare e scaricare legnami. Un poliziotto è stato fotografato con dei muratori in casa ma aveva detto che aveva seguito un corso di aggiornamento sulla violenza di genere. Quattro le ipotesi di reato: falso, false attestazioni, truffa e peculato. Gli indagati per ora restano in servizio, in quanto non sono stati sospesi. «La polizia è un’istituzione che vive di trasparenza e legalità, ed è giusto che ogni vicenda venga raccontata e valutata con rigore. Allo stesso tempo, è bene ricordare che migliaia di donne e uomini in divisa, ogni giorno, garantiscono sicurezza e legalità con dedizione, professionalità e sacrificio, spesso senza che questo trovi spazio nelle cronache. Tuttavia sembra trasparire una sorta di condanna anticipata, dettata dalle espressioni utilizzate e dall’assenza di replica da parte dell’istituzione o dei suoi rappresentanti», dichiara Eugenio Bravo, segretario generale del Siulp Torino.

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