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L'allarme

«Senza un tavolo, un piano condiviso lo scorporo sarà un salto nel vuoto»

Venerdì mattina Cisl Fd e Cisl Medici hanno inviato la lettera a Regione e Città della Salute

Regina Margherita ospedale

L'ospedale Regina Margherita di Torino

Preoccupazione per «inevitabili complessità gestionali». E assenza di confronto, che chiedono in tempi brevi. Lo scorporo dell’ospedale Sant’Anna e del Regina Margherita non convincono parte degli addetti ai lavori. Di ieri mattina, infatti, la missiva che Cisl Fp e Cisl Medici hanno inviato a Regione e Città della Salute, che mette nero su bianco le loro perplessità. Se da una parte l’assessore regionale alla Sanità Federico Riboldi, dopo avere annunciato il cambio di guardia alla guida del Regina (fuori Giovanni Messori Ioli, che va a To5, dentro il manager cebano Franco Ripa) annunciava di tirare dritto sull’obiettivo «scorporo», c’è chi ne teme le ripercussioni. E vorrebbe, quanto meno, essere rassicurato.

I sindacati rappresentati da Antonio Patanella e Marco Attivissimo (Cisl Fp) e Sonia Costantino (Cisl Medici) precisano di non essere contrari alla revisione dell’assetto aziendale. Ma denunciano come, allo stato attuale, manchino «le condizioni cliniche, organizzative ed economiche per procedere». Tra i principali nodi i rischi di interruzione dei percorsi di cura ormai consolidati - in particolare le sinergie con Molinette e Cto - oltre all’assenza di garanzie per il personale e i pesanti costi aggiuntivi stimati. «Senza un progetto condiviso, lo scorporo rischia di essere un salto nel vuoto», concludono.

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