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UN RIENTRO SHOCK

«Il mio viaggio da incubo». Il racconto sul treno per Torino

Porte rotte e solo posti in piedi. E citando Totò... «E io pago»

«Il mio viaggio da incubo».  Il racconto sul treno per Torino

L'estate è finita, settembre è arrivato e con lui il ritorno alla quotidianità. Pian piano le città riprendono a vivere, decretando ufficialmente la fine delle vacanze. E se, come ogni anno, il protagonista in questo periodo è quel sentimento di nostalgia diffusa, per alcuni il rientro estivo si è rivelato più duro del previsto. È il caso dei passeggeri sulla tratta ferroviaria che riporta i vacanzieri dalle coste liguri alla metropoli torinese. «Porte rotte e solo posti in piedi». A raccontare questo viaggio da incubo è Carlo, reduce da un weekend di mare ad Alassio.

«Io e mia mamma eravamo su un treno con partenza alle 16.30 e con arrivo alle 19.30 a Torino Lingotto. La preoccupazione, come molti pendolari, era il possibile ritardo della corsa, cosa non rara. Ma non è stato questo il caso». No, perché il treno su cui viaggiava Carlo è stato abbastanza “di parola”, arrivando a destinazione all’orario previsto. Ma non senza «colpi di scena». «Già quando siamo partiti ci siamo resi conto che era molto più pieno del solito. Ci siamo seduti, pronti ad affrontare il viaggio, ma sono bastate poche fermate per il tutto esaurito dei sedili disponibili. E così la gente, che man mano affollava i vagoni, si è trovata costretta a restare in piedi», racconta Carlo.

Un disagio che, per quanto possa essere un incomodo per chiunque, ha allarmato ancora di più data l’età di molti passeggeri: «Molti erano anziani, persone di una certa età a cui restare in piedi per così tanto tempo può creare anche problemi di salute. E non molte persone sedute erano disposte a cedere il posto», continua il viaggiatore. Una situazione di affollamento che ha creato disagi. Disagio acuito da porte bloccate che «non rendevano di facile intuizione dove poter salire e scendere, ma anche aria condizionata che perdeva acqua, allagando la zona sottostante e bagnando chi seduto nelle vicinanze».

La situazione non è nuova per questa tratta. Ma la situazione «ora è insostenibile». «Com’è possibile, vendere tutti questi biglietti nonostante i posti limitati e far vivere ai passeggeri un tale disagio? Oltre al fatto che, ne sono sicuro, non è detto che tutti avessero il biglietto. Ma non lo sapremo mai visto che, per tutto il viaggio fino a Torino, di controllori non c’è stata nemmeno l’ombra – Carlo conclude chiedendosi – Come si può andare avanti così?».

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