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Vita politica
13 Settembre 2025 - 23:02
Due vite, due misure. È quello che a molti ha fatto pensare - compresa la capo di Stato Giorgia Meloni - ciò che il noto matematico ed intellettuale cuneese Piergiorgio Odifreddi ha detto qualche giorno fa alla trasmissione L’Aria che tira, in onda su La7. Commentando l’omicidio di Charlie Kirk, attivista e fondatore del movimento conservatore americano Turning Point Usa e sodale del presidente americano Donald Trump, Odifreddi avrebbe detto: «Sparare a Martin Luther King e sparare a un rappresentante di Maga non è la stessa cosa, perché King predicava la pace, mentre Maga e Trump...». Una frase che, pur inserita in un ragionamento più articolato sulla violenza politica nella storia americana, ha generato una reazione durissima da parte della premier.
Parlando dal pulpito della festa dell’Unione del Centro, tenutasi oggi a Roma, Meloni ha definito il commento «disumano» e ha attaccato frontalmente Odifreddi: «Vorrei chiedere a questo illustre professore cosa intenda esattamente: ci sono persone a cui è legittimo sparare in base alle loro idee? O a cui è meno grave sparare? O forse ritiene comprensibile che qualcuno venga ucciso per ciò in cui crede?», ha detto.
«Sono stata accusata ingiustamente di venire da una comunità che diffonde odio, dagli stessi oggi tacciono, minimizzano, giustificano e addirittura festeggiano addirittura l’omicidio di un ragazzo di 32 anni che aveva la colpa di difendere con coraggio le sue idee», ha aggiunto.
Meloni ha poi sollecitato la sinistra a prendere le distanze e a non «minimizzare la «criminalizzazione di chi non la pensa come loro».
La replica di Odifreddi non si è fatta attendere. In una successiva dichiarazione pubblica, ieri il matematico ha chiarito di essere «contro le armi» e di non aver mai giustificato la violenza: «Sono un no-gun, non ho fatto il militare, ho prestato servizio come accompagnatore per non vedenti. Non condivido l’uccisione di Kirk», chiarisce. Tuttavia, ha difeso il senso del suo intervento televisivo: «La mia era un’affermazione sensata. La violenza chiama violenza. Non è necessario sparare per incitare all’odio: le parole possono essere macigni».
La polemica ha assunto rapidamente un tono istituzionale e politico, dividendo l’opinione pubblica. Mentre i sostenitori di Odifreddi parlano di un’interpretazione strumentale delle sue parole, il fronte conservatore accusa il professore di aver legittimato la violenza contro gli avversari politici e di fare «Due pesi e due misure». «Kirk, - argomenta ancora Odifreddi - aveva le sue posizioni, liberissimo di averle, ma era molto divisivo e in merito a una delle stragi fatte in una scuola americana, aveva detto che ci sono vittime collaterali quando si vuole che la gente si armi».
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