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I dati
14 Settembre 2025 - 20:00
Il Piemonte forma, ma non trattiene. È il paradosso che emerge dai dati Istat: nel 2024 oltre 14mila cittadini hanno lasciato la regione per l’estero, e uno su tre ha una laurea in tasca. La Regione è la quarta italiana per numero di espatri, dietro Lombardia (37.972), Veneto (19.441) e Sicilia (14.941). Si tratta di un record assoluto: se nel 2002 gli espatriati erano poco più di 2.300, e nel 2013 circa 10mila, l’ultimo anno ha segnato un’impennata senza precedenti.
Il fenomeno riguarda i giovani tra i 25 e i 34 anni. Secondo le analisi dell’Ires Piemonte, il 62% degli espatriati appartiene a questa fascia d’età e metà di loro è laureata. Ogni anno, su circa 22 mila nuovi laureati tra Università di Torino, Politecnico e Piemonte Orientale, quasi 4mila decidono di lasciare la regione. A trainare il fenomeno è la provincia di Torino, da cui nel 2024 sono partiti oltre 7mila cittadini; seguono Cuneo con più di 2mila partenze e, a distanza, Novara e Asti, entrambe sopra quota mille. Dietro queste scelte ci sono motivazioni chiare. «Il tessuto produttivo piemontese è composto in gran parte da piccole imprese e da un livello di innovazione ancora limitato, due fattori che riducono la capacità di assorbire laureati qualificati», hanno spiegato le ricercatrici Ires Elisa Tursi e Daniela Musto al Corriere.
I dati parlano chiaro: a cinque anni dal titolo, solo il 59% dei laureati rimane a lavorare in Piemonte (47% a Torino), uno su dieci si trasferisce all’estero e un altro 10% si sposta in Lombardia, soprattutto a Milano. Il nodo è anche economico. Un laureato magistrale in Piemonte percepisce in media 1.540 euro netti al mese a un anno dal titolo, che salgono a 1.650 dopo tre anni. All’estero, invece, le cifre sono molto più alte: 2.420 euro netti mensili in media, con picchi di 1.990 in Francia e 2.650 in Germania.
Quindi questo si trasmette nel 36% degli espatriati che indicano come principale motivazione la ricerca di opportunità lavorative più stimolanti e nel 23% la mancanza di prospettive in Italia. Le mete preferite rimangono legate alla vicinanza geografica, come la Francia (22%), Svizzera (13%), Germania (13%), Belgio (8%), Paesi Bassi e Spagna (entrambe al 7%), che accolgono quasi tre quarti dei giovani piemontesi in uscita. La prospettiva di rientro, però, è ridotta al minimo. Circa il 70% di chi oggi lavora all’estero non considera l’idea di tornare in Italia nei prossimi cinque anni.
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