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il caso

Blitz nel laboratorio del Torinese, sequestrate cinque zanne di elefante africano

Operazione dei Carabinieri Forestali nell’ambito della campagna europea contro il traffico illegale di specie protette

Blitz nel laboratorio del Torinese, sequestrate cinque zanne di elefante africano

Cinque zanne di elefante africano sono state sequestrate dai Carabinieri Forestali del Nucleo CITES di Torino-Caselle in un laboratorio di tassidermia della provincia torinese. L’intervento rientra nella campagna europea EMPACT 2022 – OAP EnviCrime 2024-2025, OA 5.1 “Trafficking of Fauna”, volta a contrastare il traffico illegale di specie animali minacciate di estinzione.

Il sequestro è avvenuto il 17 settembre 2025, durante controlli mirati presso alcune attività del settore. Le zanne, di dimensioni considerevoli — tra i 190 e i 212 centimetri di lunghezza — risultavano prive della documentazione che ne attestasse la provenienza legale. Si tratta di materiale appartenente all’elefante africano (Loxodonta africana), specie in via d'estinzione.

Il titolare del laboratorio, un cittadino italiano, è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria per detenzione illecita di parti di specie protette e per violazione delle normative nazionali e comunitarie sul commercio di fauna e flora in via d’estinzione. Il procedimento penale è attualmente nelle fasi preliminari e le valutazioni sulle responsabilità saranno definite successivamente.

L’operazione rientra nel più ampio impegno dei Carabinieri Forestali per la tutela della biodiversità e il contrasto al commercio illegale di specie rare. La CITES (Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora) regola il commercio di oltre 40.000 specie animali e vegetali, imponendo l’obbligo di documentare la provenienza legale dei reperti.

Nel caso di avorio, la detenzione o la vendita senza la prescritta certificazione è severamente vietata. I controlli dei Nuclei CITES sono quindi fondamentali per arginare un fenomeno che, purtroppo, resta ancora diffuso: il commercio illecito di avorio grezzo o lavorato, simbolo di un traffico che continua a minacciare gli equilibri naturali e la sopravvivenza di molte specie.

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