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Poliziotto di quartiere ed euro-fondi: la ricetta per la criminalità torinese

Periferie torinesi sotto stress: tra spaccate, desertificazione commerciale e proposte per più agenti e incentivi alle attività

Poliziotto di quartiere ed euro-fondi: la ricetta per la criminalità torinese

“Bisogna affrontare questo tema in maniera forte e determinata, perché le periferie di tutte le città, ma a cominciare da Torino, sono sempre più vittime di quel mix tra crisi economica, disoccupazione e quindi insicurezza dovuta alla conseguente delinquenza che ha preso piede”. Luca Pantanella, segretario provinciale della Fsp Polizia di Stato, in apertura del convegno intitolato “L’Impatto del disagio sociale delle periferie torinesi sul sistema sicurezza”, risponde così alla domanda: “Perché è necessario questo incontro?”.

Tra i perché c’è sicuramente anche la classifica de Il Sole 24 Ore che vede Torino come “capitale delle spaccate” (1.266 denunce ogni 100mila abitanti).

“C’è una desertificazione commerciale dei punti vendita, quindi una chiusura che ha un effetto deleterio e impoverisce il tessuto economico della città. Questo comporta che le vie vengono abbandonate, buie. Gli unici che possano investirvi sono ovviamente vicini ad attività illegali. Di conseguenza chi può si sposta in quartieri più benestanti, altri sono condannati a convivere in questa situazione”, aggiunge Pantanella.

È per questo che nell’incontro di questa mattina si chiede “l’aiuto” dell’europarlamentare e vicesegretario nazionale della Lega Roberto Vannacci, atteso ospite del convegno.

“Abbiamo bisogno – sottolinea Pantanella – di un incentivo importante intanto per finanziare nuove aperture di attività commerciali che diano un servizio alla cittadinanza, ma che ovviamente in contesti del genere sarebbero impensabili, perché nessun imprenditore andrebbe a investire in una zona insicura. E, seconda cosa, bisogna ovviamente cercare di trovare altri finanziamenti per mettere delle assunzioni massive alle forze dell’ordine perché oggi stanno scomparendo”.

“L’Europa è sempre coinvolta, nelle politiche europee – spiega Vannacci – poi si ripercuotono quelle che sono le possibilità nazionali di uno sviluppo, di una crescita, di un benessere, ma soprattutto anche della sicurezza, quindi non è un approccio unidirezionale, ma riguarda tantissimi aspetti delle politiche europee, spesso deludenti, per esempio nell’aspetto dell’immigrazione”.

Per il generale, le statistiche de Il Sole 24 Ore sono figlie della “politica immigratoria di porti aperti europea”, la stessa che qualche giorno fa via social definiva “selvaggia”. “C’è una spaccatura tra quelle che sono le necessità delle popolazioni europee e la politica che l’Europa sta implementando proprio in questi giorni e che è figlia di una politica sbagliata che è stata implementata nelle precedenti legislature”, avverte Vannacci.

Tra le misure profilate da Pantanella anche l’istituzione del poliziotto di quartiere: “collante tra i commercianti, i cittadini e ovviamente le istituzioni”. O meglio, il ritorno. Il servizio, infatti, era scomparso nel 2011, “annegato” all’interno di altri servizi, per mancanza di personale, ma in sostanza dismesso.

Tra i relatori: il vicedirettore di Libero Pietro Senaldi, il segretario generale Fsp Polizia di Stato Valter Mazzetti, il criminologo clinico Emilio Chiodo, e in veste di moderatore il segretario regionale vicario Antonio Zullo.

A portare i suoi saluti al convegno anche il questore di Torino Paolo Sirna.

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