Cerca

La diva

Addio a Brigitte Bardot: tra i tanti amori anche un playboy torinese, ma lui la rifiutò...

E al Museo del Cinema si possono ammirare in questi giorni le foto che le fece Angelo Frontoni

Brigitte Bardot

Brigitte Bardot meravigliosa e sensuale

Spirito rivoluzionario, cuore ribelle, “incredibilmente francese”, come ha scritto su X Marine Le Pen. Ma lei, Brigitte Bardot, era soprattutto unica, “leggenda di un secolo” secondo Macron. Per la bellezza che neppure la vecchiaia ha potuto intaccare, per la libertà in nome della quale ha avuto il coraggio di allontanarsi da tutto, dallo star system, in primis, pur di rimanere sé stessa. BB non c’è più, è morta ieri a Saint Tropez dove da tempo si era ritirata, aveva 91 anni. La sua figura rimarrà eterna, senza età.

Il peggioramento delle sue condizioni di salute era avvenuto a ottobre quando fu necessario il ricovero presso l’ospedale privato Saint-Jean di Tolone a causa di “una grave patologia”. Poi ci fu il ritorno nella sua villa di La Mandrague da dove annunciò al mondo che: «Sto bene - disse - non so chi sia stato l’imbecille che ha lanciato questa fake news sulla mia scomparsa, ma sappiate che sto bene e che non ho intenzione di congedarmi». Non è stato così. Ieri, gli splendidi occhi di una delle donne più amate di tutti i tempi si sono chiusi per sempre.

Brigitte Bardot se n’è andata proprio mentre Torino celebrava la sua irrefrenabile voglia di libertà nella mostra «Pazza idea. Oltre il ’68: icone pop nelle fotografie di Angelo Frontoni» allestita al Museo del Cinema dove spicca nelle fotografie d’autore che si possono ammirare fino al 9 marzo.

Per approfondire leggi anche:  Brigitte Bardot
Servizio dedicato all’oroscopo pubblicato a puntate su “Oggi”, 1974
Foto di Angelo Frontoni
© Museo Nazionale del Cinema / CSC-Cineteca Nazionale

Due immagini, una delle quali inserita nel servizio dedicato all’oroscopo pubblicato a puntate su «Oggi» del 1974, in cui lei raffigura la Bilancia, il suo segno zodiacale. Un fascino che ha ammaliato il cinema piegandolo ai suoi piedi, dagli anni ’50 fino al 1973 - quando decise di ritirarsi per dedicare la sua esistenza agli animali -, una bellezza cui i suoi uomini non hanno potuto resistere.

Per approfondire leggi anche: Brigitte Bardot e Angelo Frontoni, 1974
© Museo Nazionale del Cinema / CSC-Cineteca Nazionale

Quattro matrimoni, un solo figlio, una miriade di amanti, tutti finiti nell’harem della bionda ammaliatrice, mangiatrice di cuori, e dove alla fine, però, sono rimasti solo i suoi animali. Tra gli italiani, fu legata a Raf Vallone e Gigi Rizzi, noti playboy, come il torinese Giorgio Uberti Bona, morto anch’egli nel 2025, che, però, confessò di avere rifiutato la Bardot: «Ero un ragazzino...».

Nata a Parigi il 28 settembre 1934 in una ricca famiglia borghese, Brigitte Bardot ricevette dal padre industriale e dalla mamma casalinga, distante affettivamente da lei, un’educazione severa che però con le lezioni di danza classica. Lo spettacolo scorreva nelle sue vene e, complice la sua bellezza, iniziò qualche servizio fotografico per Elle, la cui direttrice era un’amica di famiglia. Da lì i primi set e l’amore per l’aiuto regista Roger Vadim che divenne il suo primo marito.

Nel 1952 il debutto nella commedia «Le trou normand». La svolta arriva nel 1956 con lo scandalo di «Piace a troppi» in cui BB viene battezzata come la Marilyn d’Europa. Iniziano i suoi vent’anni di grande cinema in cui anche la Nouvelle Vague si inchina a lei, così come il nuovo amore Jean-Louis Trintignant. E il suo mito cresce tra «Gli amanti del chiaro di luna» e «Il riposo del guerriero», «La ragazza del peccato» e «Babette va alla guerra».

La sua vita è intensa, cambia marito, Jacques Charrier, che le darà il suo unico figlio, Nicholas. Ma anche questa volta non si ferma sposando, successivamente, il play boy Gunther Sachs e, infine, il politico di estrema destra, per la quale Brigitte non ha mai negato di simpatizzare, Bernard d’Ormale. Nel 1973, spinta dall’amore per gli animali, si ritira nella villa di Saint Tropez trasformata in una sorta di fattoria dove cani, gatti, capre, galline e quant’altro convivono in pace. Qui nasce anche la Fondazione.

A spingerla a un’azione del genere lo stesso cinema. Durante le riprese di «Colinot l’alzasottane» ci fu una capretta che Brigitte scoprì essere destinata allo spiedo. Iniziò così la sua rivolta e allo stesso tempo l’avversione per un sistema che non tutela gli animali. Combatterà tutta la vita per essi, il suo amore più grande. Cui ha lasciato tutto, 65 milioni di euro, che, però, almeno al 50 per cento, spettano di diritto al figlio Nicholas, un figlio mai amato.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.