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Il caso

Il toret di piazza Carducci: cucina e bidet

Degrado e insicurezza a Piazza Carducci: bivacchi e spaccio spingono residenti e commercianti a chiedere pulizia, controlli e interventi concreti

I toret di piazza Carducci: cucina e bidet

Chi ci vive lo descrive semplicemente come un disastro. Perché lo stato attuale di piazza Carducci, a due passi dall'ospedale delle Molinette, è segnato da incuria, abbandono e anarchia. Strisce pedonali invisibili, lavori in corso per una ciclabile che restringerà l'attuale carreggiata in direzione centro, ma soprattutto degrado diffuso. Lo dimostrano alcune delle immagini raccolte con perizia negli ultimi mesi dai residenti. "Il toret viene usato puntualmente come lavandino per il risciacquo di utensili e pentole, ma a volte anche per lavarsi le parti intime. Un gruppo di 7, 8 persone vi sosta, accompagnato da fornello a gas, per cucinare. Poi bivaccare, arrostiscono anche i piccioni la sera, se ne volete". E' Francesco, residente di 53 anni che lo racconta esausto. "Come se non bastasse utilizzano gli spazi che circondano i bidoni della spazzatura come latrina a cielo aperto", continua. "Soldi buttati, che senso ha questa piazza così?", aggiunge invece retorico Antonino, 61 anni.

Il punto, infatti, è che il malessere, insieme alla mancata sicurezza, sembra persistente soprattutto dopo gli interventi di riqualificazione. L’istituzione di un’isola pedonale e la riduzione dei parcheggi — frutto dei lavori iniziati nel 2021 — avrebbe scatenato reazioni forti da parte dei bottegai della piazza: “Adesso il passaggio si è ridotto, la gente entra molto meno per fare acquisti, il colorificio storico qui di fianco sta chiudendo”, lamenta Davide, titolare di un bar in piazza. "Ci avevano detto che per "ricompensarci" ci avrebbero fornito una convenzione con il parcheggio calmierato, ma non lo abbiamo ancora visto", aggiunge. E comunque, non basterebbe a compensare la perdita di visibilità e la difficoltà di clientela.

Il fenomeno del bivacco notturno, alimentato dalla presenza di senzatetto e da frequentazioni potenzialmente pericolose, alimenta la paura: “Dietro l’angolo c’è lo spaccio”, afferma uno dei commercianti. E a nulla o poco sarebbero servite le segnalazioni alle forze dell'ordine. Di qui la raccolta firme da parte di un nutrito comitato di quartiere: 600 firme raccolte per richiedere la rimozione di panchine, spesso fonti di bivacco e degrado, controlli severi nei confronti dei market aperti, telecamere e parcheggi auto per residenti e clientela.

Oltre al problema della pulizia, i residenti parlano di episodi di violenza e insicurezza nella piazza. Bivacco notturno nell'anticamera dello sportello bancario. Furti e atti vandalici, come vetri delle auto rotti, all'ordine del giorno. Una questione portata anche in Sala Rossa dal consigliere comunale leghista Giuseppe Catizone, che già in corso di riqualificazione aveva denunciato la "costruzione di territori deserti" nella piazza, e che oggi torna a ribadire la necessità di un intervento che prenda in considerazione le reali esigenze dei residenti.

Se l’area liberata dovesse davvero essere valorizzata, la promessa di una piazza viva e accogliente potrebbe trasformarsi in un progetto concreto. Ma il tempo delle promesse sembra essere scaduto: ora i residenti chiedono fatti, non parole.

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