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Tecnologia & Impresa

L'AI entra nelle PMI: ecco come i ceo Gen Z guidano la carica

Lo studio Luiss University e Intesa Sanpaolo fra governance e successione che favoriscono innovazione

AI, nelle imprese familiari il motore sono i Millennial e la Gen Z

Le imprese familiari italiane accelerano sull’intelligenza artificiale quando alla guida ci sono CEO Millennial o Gen Z. È il dato più evidente del primo rapporto dell’Osservatorio Family Business Innovation di Luiss Business School e Intesa Sanpaolo, presentato a Torino, all’Auditorium Intesa Sanpaolo, durante l’evento “Le imprese familiari italiane nell’era dell’intelligenza artificiale”. L’incontro, aperto dai saluti del presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro, e del dean della Luiss Business School, Raffaele Oriani, ha riunito accademia e impresa per fotografare la trasformazione in corso.

L’indagine: come è stato costruito il campione
La ricerca si fonda su microdati relativi a 350 imprese italiane con oltre 10 dipendenti e fatturato superiore a 2 milioni di euro, stratificate per settore, addetti e area geografica. Il campione è in prevalenza manifatturiero (86,30%), concentrato nel Nord Ovest e Nord Est (63,14%), composto soprattutto da realtà tra 10 e 99 addetti (91%) e con ricavi tra 2 e 50 milioni di euro (86%). L’approccio ha permesso di distinguere cinque configurazioni di impresa familiare: Founder-led (guidate dal fondatore), Family-run (informal) con controllo familiare senza governance formale, Family professionalized con meccanismi di governance strutturati, Symbolic con proprietà familiare ma gestione esterna, e Mixed, gruppo residuale con caratteristiche ibride.

Investimenti: due strade diverse, stesso obiettivo
In media, l’84% del campione investe in innovazione. Trainano le Family professionalized (89%) e le Family-run (informal) (88%), mentre Founder-led e Symbolic mostrano livelli inferiori. L’evidenza suggerisce due percorsi diversi ma efficaci: da un lato la formalizzazione della governance, dall’altro il coinvolgimento operativo di più membri della famiglia. L’effetto cresce quando è presente un piano di successione formalizzato, che si conferma un fattore abilitante.

AI: il fattore generazionale fa la differenza
Sull’adozione dell’AI il discrimine è l’età di chi guida: le imprese con CEO Millennials/Gen Z raggiungono il 44% di adozione, contro il 33% di quelle guidate da Boomers o Silent Generation. Anche in questo caso, la presenza di un piano di successione formalizzato si associa a una diffusione più ampia delle tecnologie di intelligenza artificiale.

Il confronto a Torino: esperienze e priorità
I risultati sono stati presentati da Stefania Trenti, Head of Industry & Local Economies Research Department di Intesa Sanpaolo, con un focus sugli investimenti in tecnologia e AI, e da Alessandra Perri, professoressa di International Management e co-direttrice dell’Osservatorio Family Business Innovation, che ha illustrato la crescita dell’adozione dell’AI nelle imprese familiari. Nel panel si sono confrontati Giuseppe Ambroggio (Founder e CEO AWAX), Gian Franco Cillario (Regional Managing Director Europe Eurostampa), Marco Gay (presidente Unione Industriali Torino), Marta Testi (CEO Elite) e Anna Roscio (Executive Director Sales & Marketing Imprese, Divisione Banca dei Territori Intesa Sanpaolo) sulla necessità di innovare e creare valore per restare competitivi.

La partnership Luiss-Intesa Sanpaolo e il ruolo della formazione
Lo studio si inserisce nella collaborazione tra Luiss Business School e Intesa Sanpaolo a sostegno delle imprese familiari, pilastro dell’economia italiana. L’Osservatorio arricchisce un percorso che comprende l’Executive Programme in Global Family Business Management, giunto all’ottava edizione nel 2025, realizzato con l’Istituto de Empresa di Madrid e la Iéseg School of Management, rivolto alle nuove generazioni di imprenditori e imprenditrici familiari. “Le imprese familiari sono la dimensione aziendale più caratterizzante e rappresentativa del Made in Italy, dove si concentrano i maggiori investimenti di crescita” ha dichiarato Raffaele Oriani, Dean Luiss Business School. “Come ha evidenziato lo studio presentato dall’Osservatorio, politiche formali di governance, professionalizzazione e transizione generazionale sono fattori abilitanti per l’innovazione, che permettono alle nostre imprese familiari di esplorare e introdurre strumenti di trasformazione digitale avanzata. Siamo orgogliosi di sostenere le imprese familiari, con le nostre attività di formazione e ricerca”. “Siamo la banca di riferimento delle imprese italiane, con oltre 250.000 PMI clienti della Divisione Banca dei Territori, e sosteniamo l’economia reale con 36 miliardi di euro di nuovo credito nei primi nove mesi dell’anno. Crediamo tuttavia che oggi sia necessario offrire alle imprese un supporto più ampio, creando le condizioni per garantirne la crescita competitiva dall’accompagnamento nei processi di trasformazione digitale al passaggio generazionale – sottolinea Anna Roscio -. Con Luiss Business School, da ormai otto anni, portiamo avanti un programma di alta formazione dedicato al Family Business che ha visto ad oggi la partecipazione di circa 120 allievi, che affronteranno un percorso importante con impatti sulla governance delle loro imprese, proprio con l‘obiettivo di non disperderne il valore costruito nel tempo e di implementare nuovi modelli di leadership”.

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