Cerca

Il caso

Caso Aska, Lo Russo prosegue dritto: "No a strumentalizzazioni, il patto chiuso solo se ce lo impongono"

Dopo l'assalto alla redazione de La Stampa, Lo Russo condanna la violenza, ma respinge ogni strumentalizzazione: "Il Governo venga qui a vedere"; le opposizioni: "Si dia pace a questa città"

Caso Aska, Lo Russo prosegue dritto: "No a strumentalizzazioni, il patto chiuso solo se ce lo impongono"

"No alle strumentalizzazioni, alle semplificazioni e alle polemiche. Se ci diranno che non ci sono le condizioni per continuare con la co-progettazione del Patto con i garanti dello stabile di Askatasuna, il Patto è chiuso". Questo pomeriggio, in Sala Rossa, il sindaco di Torino Stefano Lo Russo ha replicato in modo incisivo sugli ultimi avvenimenti che hanno scosso la città, con epilogo l'assalto della sede giornalistica de La Stampa, in via Lugaro 15, lo scorso 28 novembre.

"Improprio, fuorviante e strumentale creare un nesso causa-effetto tra il percorso civico pubblico e trasparente di fuoriuscita dall'illegalità messo in piedi dalla Città e comportamenti eversivi, che nulla hanno a che fare con esso. Il patto riguarda esclusivamente la cura e la riattivazione dell'immobile occupato illegalmente dal 1996. Chi ha preso parte ai fatti dei giorni scorsi non era neanche nato", continua.

Dieci minuti filati di discorso nel segno in cui Lo Russo non ha mancato nessuno dei "bersagli": quelli che, a dire del primo cittadino torinese, usano l'assalto dello scorso 28 novembre come strumento politico di polemica. A partire dall'assessore regionale alla Casa Maurizio Marrone (già autore di un ricorso rinominato "legge anti-Aska"), continuando per il ministro degli Esteri Antonio Tajani e il ministro della Sicurezza Matteo Piantedosi, la cui antifona è "il centro sociale va chiuso".

Tra i 36 indagati a valle dei fatti del 28 novembre, infatti, alcuni dei cosiddetti "antagonisti" dello stabile di corso Regina Margherita 36, identificati dalle forze dell'ordine, come annunciato nel Cosp convocato all'indomani dei fatti.

Il sindaco, poi, ribadisce la necessità di maggiori risorse: "Come Anci abbiamo proposto di rendere accessibile il gestionale Sdi alle forze politiche locali". Ma a incidere anche un organico in affanno: meno 200 agenti a Torino, 11mila in tutta Italia. "Torino vive una fase delicata: no alle semplificazioni", continua. E invita, a tal proposito, il ministro Piantedosi a Torino a vedere coi suoi occhi lo stato delle forze dell'ordine.

Per le opposizioni si tratta del "solito epilogo", allo stesso modo della devastazione delle Ogr e della sede di Leonardo a inizio ottobre. "Che dobbiamo aspettare affinché quest'Amministrazione esca dall'ambiguità? Stracci il patto con Askatasuna e restituisca un po' di pace a questa città", attacca la consigliera e onorevole della Lega Elena Maccanti. "Il sindaco continua a legittimare il Patto, inizi con il recedere", incalza la capogruppo FI Federica Scanderebech.

"Lui e la sua maggioranza devono decidere da che parte stare oggi". "Ha scelto la sicurezza della maggioranza, invece che quella dei cittadini", sottolineano i consiglieri FdI Ferrante De Benedictis ed Enzo Liardo.

Mentre il capogruppo dei 5 Stelle Andrea Russi, ricorda anche la violenza ai danni del fotoreporter qualche giorno prima. "Questo non ha nulla a che vedere con manifestare. La piazza è un luogo politico, e a Torino la violenza organizzata si sovrappone a chi manifesta. Se la destra considera Aska un problema di ordine pubblico, faccia sì che il Governo intervenga", conclude, generando caos coi colleghi dell'opposizione. 

Infine è anche tra la maggioranza che sembra serpeggiare malcontento sul Patto, perplesso il consigliere dei Radicali Silvio Viale. Mentre Moderati e Demos lanciano un appello ai colleghi politici: "Basta fare "fan o tifosi". Spegnere questa scintilla e dialogare, cercando di capire come reagire".

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.