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Il caso

Sant’Anna verso lo scorporo dalla Città della Salute: parte l’iter ma è già scontro

Opposizioni dalla Rete +194 Voci: “Decisione sbagliata, che mina l'efficienza del presidio”

Sant’Anna verso lo scorporo dalla Città della Salute: parte l’iter ma è già scontro

Le preoccupazioni per il futuro accorpamento dell'ospedale Sant'Anna e del Regina Margherita — sempre più vicino (target primo gennaio 2026) — si sono trasformate in presidio e poi in audizione in commissione Sanità della Regione Piemonte questa mattina. E sono stati alcuni dei professionisti della rete +194 Voci a denunciare i conclamati rischi: "Si riduce efficienza e aumentano i costi". Il proseguimento dell'iter di accorpamento amministrativo con il Regina Margherita, in vista della futura collocazione comune nel nuovo Parco della Salute, riaccende il dibattito politico e professionale sulla gestione dei percorsi dedicati alla salute della donna, della maternità e dell’infanzia.

Le opposizioni: “Si indebolisce la multidisciplinarità”

Contrari alla riforma i gruppi di opposizione e la rete +194 Voci, che parlano di un passo indietro. In audizione la prof.ssa Tullia Todros, ex primario e già ordinaria di Ginecologia e Ostetricia del Sant'Anna, ha espresso forte preoccupazione: «La prevenzione, soprattutto per le patologie complesse, richiede un approccio multidisciplinare che nella Città della Salute è parte integrante dell’organizzazione».

Dubbi anche da parte di diverse ginecologhe e professioniste ascoltate in Commissione — Valentina Donvito, Silvia Donadio, Enrica Guglielmotti. Una di loro, responsabile di un centro per il percorso delle vittime di violenza sessuale, ha sottolineato: «Serve un contatto agile e immediato con specialisti e reparti. Già oggi ci sono difficoltà enormi nel reperire consulenze rapide».

Altre criticità evidenziate riguardano i servizi specialistici: «Non ci sarà un cardiologo di guardia dedicato. Dalle Molinette arriverà su chiamata: bisogna capire come garantire tempestività e sicurezza», ha osservato Donvito, ricordando il lavoro degli ultimi anni per unificare i percorsi senologici e oncologici tra Sant’Anna e Molinette: «Uno sforzo enorme che rischia di essere vanificato. Il problema non è la distanza, ma la fluidità dei percorsi».

La capogruppo M5S Sarah Disabato torna a chiedere «una relazione tecnico‑finanziaria completa» sull’operazione.

La Regione: “Una nuova azienda più efficiente”

L’assessore regionale alla Salute Federico Riboldi ha invece ribadito che lo scorporo è «una scelta irrinunciabile» per migliorare governance e organizzazione del percorso materno‑infantile. Ha rassicurato sul piano clinico e logistico: «Il Sant’Anna non sarà isolato. Sarà collocato nella stessa struttura del Parco della Salute e collegato da una passerella al Regina Margherita. La multidisciplinarità non verrà lesa. Al contrario, percorsi e funzioni saranno rafforzati nella nuova 'casa comune'». Infine il nuovo manager di Città della Salute, Franco Ripa, ha aggiunto che «la logica degli attuali percorsi assistenziali resterà invariata» e che il modello previsto punta a «migliorare la gestione clinico‑assistenziale».

Gli uffici regionali hanno infine assicurato che una relazione tecnica dettagliata verrà prodotta nelle prossime settimane, con chiarimenti su sostenibilità, costi e assetto organizzativo.

Il tema resta tuttavia molto controverso. Le opposizioni temono un aumento della burocrazia e la nascita di un’ulteriore azienda sanitaria che potrebbe complicare, anziché semplificare, gli interventi specialistici. «C’è un tema economico evidente e un rischio concreto di rallentare i percorsi clinici», ha osservato la Dem Nadia Conticelli.

Il confronto proseguirà nei prossimi mesi, mentre in Aula a Palazzo Lascaris prende ufficialmente il via il percorso legislativo che potrebbe ridefinire uno dei poli sanitari più importanti del Piemonte.



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