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Sanità
07 Dicembre 2025 - 12:58
Torino, scoperto un nuovo gene che provoca l'Alzheimer
In Piemonte vivono oltre 90mila persone con demenza, secondo le stime regionali diffuse negli ultimi anni, e il fabbisogno di assistenza continua a crescere. In questo contesto, il tema dell’utilizzo dei fondi del Fondo nazionale Alzheimer e demenze e della capacità della Regione di tradurli in servizi concreti torna al centro del dibattito politico.
Così, durante l'ultima seduta della commissione Sanità in Regione Piemonte, il vicepresidente Daniele Valle ha commentato la risposta dell’assessore alla Sanità Federico Riboldi alla sua interrogazione sulla presa in carico dei pazienti affetti da Alzheimer. Si conferma per Valle, sì, l’impegno nell’impiego delle risorse nazionali – circa 950mila euro nel triennio 2021-2023, poi rifinanziati nei bilanci successivi – e la prosecuzione dei progetti psicosociali e psico-educazionali, già avviati presso le 19 unità operative coinvolte. Ma rispetto a cui mancherebbe un disegno strutturale. Che non accompagna questa operazione con un piano organico di rafforzamento dei Centri per i Disturbi Cognitivi e le Demenze (Cdcd).
Si tratta di nodi cruciali della rete territoriale: "Qui vengono eseguite le diagnosi, impostati i percorsi terapeutici e orientati i pazienti nei servizi di sostegno. Già negli anni precedenti, associazioni e professionisti avevano segnalato carenze di organico, tempi di attesa non uniformi e differenze territoriali nell’accesso a servizi di supporto ai caregiver. I Cdcd sono il fulcro della presa in carico – spiega Valle – ma senza un piano di potenziamento rischiamo di non intercettare precocemente i casi e di non garantire uniformità nei percorsi di cura”, spiega Valle.
A livello internazionale, gli ultimi anni hanno visto l’arrivo di nuove terapie e protocolli innovativi per il trattamento precoce dell’Alzheimer. Per Valle, il Piemonte deve prepararsi a queste novità potenziando i percorsi diagnostici, rafforzando le équipe multidisciplinari e migliorando la capacità dei servizi territoriali di garantire controlli e follow-up adeguati.
“Le iniziative illustrate dall’assessorato – osserva – sono ancora limitate e frammentarie. Servono investimenti strutturali, non interventi episodici”. E sarebbe doveroso rendere i percorsi continuativi e stabilmente inseriti nei piani formativi delle Asl.
Nel suo intervento, Valle ricorda anche la situazione dei caregiver familiari, che in Piemonte – come nel resto del Paese – rappresentano la spina dorsale dell’assistenza quotidiana. “Senza un sostegno strutturato ai caregiver – sottolinea – tutti i progetti rischiano di rimanere sulla carta”.
“Il Piemonte deve cogliere fino in fondo l’opportunità delle nuove frontiere terapeutiche e dei finanziamenti nazionali ed europei. Non possiamo accontentarci di progetti sperimentali: serve una rete solida, capillare e integrata che garantisca equità di accesso e sostegno concreto alle famiglie”.
Una sfida che, secondo Valle, non è più rinviabile: una priorità sanitaria e sociale per una regione che registra, ogni anno, un aumento costante della domanda di diagnosi, assistenza e supporto ai caregiver.
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