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L'evento
08 Dicembre 2025 - 19:15
La prima tappa è stata alle 16.00 l’accensione del presepe fatto di sagome di legno di Emanuele Luttazzi, da sempre simbolo del Natale a Torino, che quest’anno trova casa ai Giardini Sambuy, di fronte a Porta Nuova. Al suo interno personaggi della tradizione si affiancano ai protagonisti delle fiabe in un gioco di figure illuminate.
La seconda - alle 17.30 - l’accensione dell’albero di Palazzo Civico, ospitato nel suo cortile d’onore, preceduto da una gioiosa e trascinante orchestra: la Bandakadabra Marching Band, poi partita alla volta della città per un’esibizione itinerante. Infine - alle 19.00 - l’inaugurazione del Boschetto di Natale in piazzetta Reale.
L’Immacolata segna da sempre l’inizio ufficiale delle festività natalizie. È la data in cui rovistando in sgabuzzino si trovano addobbi, statuine del presepe e alberelli pronti ad essere rimessi in sesto. Un rito che anche la città rivive attraverso queste tre tappe simboliche a cui non poteva mancare il primo cittadino di Torino, Stefano Lo Russo. Fascia tricolore e per qualche ora - forse - un po’ di spensieratezza dalle incombenze amministrative.
Tra canti natalizi e cioccolata calda l’accensione dell’abete di Palazzo Civico, alto circa 8 metri e su cui capeggia un grande fiocco in velluto rosso, sancisce un momento di riflessione per il sindaco. Che nel fare i suoi auguri alla cittadinanza il primissimo pensiero lo rivolge ai più piccini. «Ai bambini pace e tranquillità», dice. Nella teca delle letterine destinate a Babbo Natale a lato del maestoso albero, avverte, «non bisogna mettere i ricorsi alle multe prese. Qui solo cose belle», dice scherzando il sindaco.
Ma lui, che ogni giorno amministra circa 860mila persone, cosa chiede nella sua letterina destinata al Polo Nord? «È un Natale importante per la nostra città, di speranza e di luce. Ci auguriamo che a Torino e soprattutto nel mondo arrivi il dono della pace, di cui tutti sentiamo un gran bisogno», replica infatti alla domanda il primo cittadino.
Ma Natale in uno schiocco diventa anche la fine dell’anno. E come sempre tocca tirar le somme. In più di un’occasione Lo Russo è stato messo politicamente ai voti, soprattutto da parte delle opposizioni in Consiglio comunale che in rare occasioni lo hanno promosso. Ma quali somme tira lui?
Sembrerebbe, a ben vedere, ancora un po’ presto, perché in realtà «il mese è ancora ricco di passaggi» - avverte - Ci attendono il bilancio e l’approvazione del nuovo piano regolatore (che il sindaco intende portare in Consiglio per inizio anno e che in più di un’occasione ha ribadito essere la sua “eredità di mandato”, ndr).
A fine anno, quindi, si trarrà un bilancio definitivo del 2025, che Lo Russo definisce comunque «straordinario». Perché «lancerà l’Amministrazione del 2026, l’anno della chiusura dei grandi cantieri della città. Promettiamo - aggiunge, scusandosi coi cittadini per i disagi dei lavori degli ultimi tempi, su tutti via Po e via Roma - che l’anno prossimo sarà un via libera dai cantieri e un Natale ancora più magico. Siamo sulla strada giusta, conclude.
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