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IMU, stretta finale sul saldo 2025: cosa cambia davvero e chi rischia di pagare di più

Una spiegazione semplice, rapida e anti-stress per evitare errori (e multe)

IMU, stretta finale sul saldo 2025: cosa cambia davvero e chi rischia di pagare di più

IMU 2025: il countdown è iniziato. Il 16 dicembre suona la campanella del saldo e milioni di proprietari faranno la fila – virtuale o fisica – per il versamento più indigesto di fine anno. 

La normativa non lascia molti margini di fantasia: l’IMU la deve pagare chi possiede un immobile o un terreno, a meno che non si tratti della famosa “abitazione principale” non di lusso. Tradotto in versione semplice: se la casa in cui vive non è un castello, una villa hollywoodiana o un appartamento da film anni ’60 con affreschi, l’IMU non riguarda il proprietario.

Devono invece mettersi in fila:

  • proprietari di fabbricati, terreni e aree edificabili

  • titolari di diritti reali (usufrutto, uso, abitazione, enfiteusi, superficie)

  • genitori assegnatari della casa familiare per sentenza

  • locatari di immobili in leasing, anche se ancora in costruzione

E per evitare equivoci: l’IMU non la paga chi occupa l’immobile, ma chi lo possiede.

L’elenco dei non obbligati è praticamente la versione fiscale dei “liberi tutti”:

l’inquilino

il nudo proprietario quando c’è un usufruttuario

la società di leasing (perché l’IMU grava sull’utilizzatore)

il comodatario

l’affittuario dell’azienda se l’immobile è dell’impresa

Insomma: se non ha il possesso effettivo o il diritto sul bene, può dormire tranquillo.

Esiste un modo totalmente legale per non pagare: avere un debito talmente basso che il Comune rinuncia a incassarlo. Sotto i 12 euro complessivi (o altra soglia decisa dal Comune), il pagamento non è dovuto.
Esempio: un acconto da 11 euro? Non si paga, ma l’intero importo andrà saldato a dicembre se il totale supera il minimo.

La madre di tutte le esenzioni è quella sulla casa in cui si vive. La legge è precisa: vale solo per un immobile dove proprietario e famiglia risiedono e dimorano abitualmente. E poi è arrivata la sentenza-bomba della Corte Costituzionale (n. 209/2022), che ha scardinato il vecchio concetto di “nucleo familiare unito sotto lo stesso tetto”:
due coniugi possono avere doppia esenzione anche con due residenze diverse, nello stesso Comune o in Comuni differenti.

Case signorili, ville, castelli e palazzi con pregio storico? Anche se ci vive, l’IMU non perdona.

Categorie colpite senza pietà:

A/1 – abitazioni signorili

A/8 – ville

A/9 – castelli e palazzi storici

Per loro l’esenzione prima casa non esiste.

La più recente riguarda gli immobili distrutti o dichiarati inagibili nei territori colpiti dal sisma del Centro Italia del 2016: per questi l’IMU salta completamente.

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