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IL FATTO
22 Dicembre 2025 - 16:50
È un quadro di estrema complessità quello emerso nella mattinata di oggi, lunedì 22 dicembre 2025, durante la presentazione del bilancio annuale dei Vigili del Fuoco del Piemonte. Il direttore regionale, Alessandro Paola, insieme ai vertici del comando, ha tracciato il profilo di un anno segnato da interventi record e da una pressione operativa costante. I numeri fotografano un impegno imponente: la media regionale è di circa 150 operazioni ogni giorno, un ritmo che mette a prova la tenuta del sistema di soccorso. Di questi interventi, il 40% si concentra esclusivamente nella provincia di Torino, l'area più densamente popolata e soggetta a rischi diversificati, che spaziano dal contesto metropolitano a quello montano.
Nel ripercorrere i dodici mesi trascorsi, la memoria dei soccorritori corre al 30 giugno scorso, indicato come il giorno più critico per i pompieri piemontesi nel 2025. In quella data, il personale torinese ha gestito contemporaneamente due scenari di massima emergenza. Nella notte si è verificata l'esplosione del palazzo di via Nizza 389 a Torino, evento di matrice dolosa che ha richiesto ore di scavi tra le macerie. Nel pomeriggio, una devastante alluvione ha colpito Bardonecchia, provocando danni ingenti e isolando il centro abitato. Entrambi gli episodi hanno causato la perdita di due vite umane e richiesto uno spiegamento di forze straordinario.
Nonostante l’efficienza, il Corpo affronta una criticità strutturale: una carenza di personale che si attesta intorno al 10%. In Piemonte operano circa 1.500 vigili del fuoco effettivi, supportati da altrettanti volontari. Tuttavia, il turnover è rallentato da un’ondata di pensionamenti difficile da compensare. Alessandro Paola ha spiegato la sfida logistica: avere un vigile già formato è diverso dall'avere personale da addestrare. Le nuove entrate necessitano di lunghi periodi di affiancamento, processo che sottrae unità esperte agli interventi attivi per dedicarle alla formazione dei nuovi colleghi.
A rendere più oneroso il lavoro è l’evoluzione tecnologica del soccorso pubblico, sottolineata da Alessandro Gabrielli, dirigente dell’ufficio soccorso regionale. Gabrielli ha voluto chiarire la portata del loro impegno: “Abbiamo detto quello che facciamo e sembra tutto facile, ma in realtà non lo è; quando sono entrato nel corpo non ci erano tante specializzazioni che oggi abbiamo e che richiedono tempo. Oggi un vigile deve possedere competenze tecniche avanzatissime. È chiaro che se avessimo più risorse potremmo fare ancora meglio il nostro lavoro”.
Il bilancio del 2025 si chiude con un paradosso: aumentano le specializzazioni e la qualità del servizio, ma diminuisce il personale disponibile. Nonostante questo, il livello delle prestazioni è rimasto costante, grazie alla dedizione dei professionisti e all'apporto dei volontari. La provincia di Torino si conferma il baricentro di un sistema che, tra rischi idrogeologici e criticità urbane, non può permettersi flessioni, ma lancia un grido d'allarme sulla necessità di nuovi investimenti in risorse umane per il futuro.
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