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La denuncia

Eurovision un anno dopo: «Torino ha cancellato tutto, non c’è più nulla»

Il fan club: «Nessun ricordo in mostra al Museo della Rai o per le strade»

Alessandro Cattelan, Laura Pausini e Mika

I conduttori dell'Eurovision Song Contest targato Torino

Il conto alla rovescia sui canali Rai continua senza sosta. L’attesa di Viale Mazzini è tanta, in fondo, fra meno di quindici giorni, dal 9 al 13 maggio, andrà in scena da Liverpool la fase finale dell’Eurovision Song Contest, il più grande spettacolo televisivo a livello europeo, la Champions League della canzone. A rappresentare il Belpaese, la calda voce di Marco Mengoni con il brano vincitore di Sanremo, “Due vite”. 
 

Di dovere questo breve incipit dato che, andando a spasso per la città di Torino che lo scorso anno ospitò l’edizione 2022, in seguito alla vittoria dei Maneskin a Rotterdam, nessuno sembra ricordare l'evento degli eventi. Non vi è alcuna traccia. Uno show che molte città italiane avrebbero voluto ospitare e che, invece, finì dritto dritto tra il PalaAlpitour di corso Sebastopoli, dove si tenne la gara ufficiale, e il Valentino, luogo in cui venne costruito il mega palco dell’Eurovillage.

In mezzo, chilometri di mini live, di locali sempre aperti, di colori e di persone provenienti da ogni angolo d’Europa e non solo. Momenti che oggi sembrano lontani anni luce, così come i selfie di Mahmood e Blanco in monopattino fra fan accanite e le stelle incise sulle strade del parco del Valentino con i nomi dei protagonisti.

«A Torino non è rimasto proprio nulla - denuncia Giuseppe Vitello, uno dei membri torinesi del fan club ufficiale dell’Eurovision, l’Ogae Italy, il quale vanta oltre 300 persone in tutta la penisola - ne abbiamo parlato proprio durante il raduno che si è tenuto nel weekend a Bari. Abbiamo scritto al Museo della Radio e della Televisione di via Verdi, negli studi Rai, chiedendo per quale ragione non ci fosse nulla in merito alla straordinaria edizione dello scorso anno e per tutta risposta ci è stato detto che l’unico oggetto, la “chiave della città”, era stata consegnata a Liverpool. Sarebbe bello se almeno un angolo del museo fosse dedicato all’Eurovision con una foto o con qualche oggetto».

Sì, tutto tranne i manifesti pubblicitari dato che il Comune li regalò ai torinesi attraverso un bando che si tenne a fine manifestazione. «Un’iniziativa molto carina ma, qualcosa la città potrebbe ancora mettere in mostra da qualche parte». Ricordi di una festa unica e irripetibile. Torino, infatti, è stata la terza location italiana a ospitare l’Eurovision Song Contest nel corso dei suoi 67 anni di storia. La prima fu Napoli nel 1965, quindi Roma nel 1991.

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