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01 Maggio 2023 - 08:54
Maria Teresa Polito, presidente della Sezione regionale di controllo della Corte dei conti
Tanti milioni in arrivo. Forse troppi, soprattutto per Comuni con pochi abitanti e pochissimi tecnici in grado di gestire questa pioggia di soldi. E ora il rischio è che vadano sprecati o non vengano utilizzati: a dirlo non è un “uomo della strada” ma Maria Teresa Polito, presidente della Sezione regionale di controllo della Corte dei conti. Che ha deciso di prevenire il pericolo scrivendo a quasi 150 Comuni piemontesi e indagando su come stiano spendendo i soldi.
In arrivo 6 miliardi
A livello nazionale si discute molto della pioggia di miliardi del Pnrr, l’ormai celebre Piano nazionale di ripresa e resilienza varato ai tempi del governo Conte. Fondi europei, in parte prestati e in parte a fondo perduto, che l’Italia deve utilizzare per servizi e opere pubbliche.
In Piemonte sono previsti 6 miliardi, come ricordato dalla Regione solo una settimana fa (1 miliardo solo a Torino): «Stiamo rispettando i tempi e non sprecheremo neanche 1 euro» ha garantito il governatore Alberto Cirio. Polito non è così convinta: «Spero di sbagliarmi ma penso che ci saranno dei problemi: in Piemonte c’è stata un’eccessiva distribuzione delle risorse».
Da Sestriere a Cantoira
Da qui la decisione della Corte dei Conti di indagare nel dettaglio: «Nella nostra regione ci sono 1189 enti locali, con 1181 Comuni, 8 province, la Regione, 18 Asl e centinaia di società partecipate - premette Polito - Non possiamo controllarli tutti, anche perché noi siamo solo 10 magistrati: dobbiamo fare una selezione. Quindi abbiamo deciso di controllare quelli che potrebbero essere più a rischio». Cioè le città capoluogo, i Comuni a rischio e gli enti piccoli che riceveranno risorse importanti con il Pnrr: paesi sotto i 3mila abitanti che dovranno spendere da mezzo milione di euro in su. Sono quasi 150 e, nel Torinese, spiccano Sestriere, Rondissone, Valchiusa e Cantoira: «Abbiamo chiesto loro se sono partiti con i lavori o quando lo faranno. Ma anche se hanno ricevuto già i fondi: un altro problema è che non hanno avuto le anticipazioni e quindi sono in difficoltà a far partire i lavori. Non possono mica prendere i soldi in banca, è un costo».
Rischio dissesto
Il timore è che i milioni arrivati dall’Europa non si trasformino in cantieri: «Bisogna anche considerare che i prezzi delle opere sono ferma al 2020» ricorda Polito.
Il rischio, alla fine, è che i Comuni paghino le conseguenze di questa situazione sui loro bilanci. Cioè che si ritrovino con un disavanzo che poi porta al dissesto finanziario: «Che significa il baratro - sintetizza Polito - Nei miei 5 anni di mandato ho seguito tantissimi enti in grave difficoltà proprio a causa di errori nella gestione dei conti».
Prosegue la presidente: «Se io faccio fatica a gestire l’ordinario, figuriamoci se mi ritrovo anche a gestire fondi straordinari per cui devo anche fare le gare, come sta succedendo con il Pnrr. E’ un problema sia finanziario che di risorse umane». Per cui i controlli sono impossibili? «E’ difficile verificare bene a chi viene affidata l’opera, considerando che il Superbonus ha portato alla creazione di imprese che fino al giorno prima non esistevano o facevano altro. Dobbiamo essere attenti per evitare che il Pnrr porti truffe e frodi: diventerebbe un flop di dimensioni europee, anche a livello di reputazione».
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